Perché Mauro Repetto disse addio agli 883? La verità arriva soltanto dopo molti anni: la situazione era diventata davvero insostenibile.
Quando gli 883 fecero la propria comparsa nella scena musicale italiana era l’inizio degli anni Novanta. Nel giro di pochissimo tempo dopo l’uscita dell’album Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, il duo di amici di Pavia diventò un vero e proprio fenomeno pop che si confermò anche con l’album successivo, Nord, Sud, Ovest, Est.
Già all’epoca, quando i due si esibivano in concerto, erano molti a chiedersi quale fosse la vera funzione del “biondino degli 883”, cioè di Mauro Repetto. Era infatti Max Pezzali a farsi carico dell’intera esibizione: si trattava di un duo, ma Max Pezzali era una voce solista. Dal momento che non aveva talento nel canto, si poteva pensare che Repetto si occupasse della parte strumentale in qualità di musicista, ma non era così. In realtà Mauro Repetto era co-autore delle canzoni degli 883 ma sul palco la sua funzione era puramente decorativa. Nella maggior parte delle loro esibizioni Repetto si limitava a “ballare come un matto” come lui stesso ammise tempo dopo quel periodo.
Dopo un lungo tour di successo nelle discoteche italiane, la formazione originale degli 883 entra in crisi: Mauro Repetto decide di lasciare il gruppo nel 1994. Per quanto possa sembrare assurdo, Max Pezzali non aveva avuto alcun presentimento della decisione del compagno d’avventura, come ha raccontato lo stesso cantante. “Il sabato di Pasqua, dopo esserci visti l’ho salutato e gli ho detto Ok Mauro, ci vediamo Lunedì alle 14. Lui rispose Max, io credo che me ne andrò“.
Perché Mauro Repetto lasciò gli 883?
Nel momento in cui Repetto lasciò la formazione, il gruppo era letteralmente all’apice del successo. Questo rese incomprensibile per moltissime persone la decisione del biondino. Si arrivò addirittura a ipotizzare un litigio devastante con Max Pezzali, situazione che avrebbe condotto i due a dividere le proprie strade.
Le cose non andarono affatto così e la decisione fu presa esclusivamente da Repetto. Le motivazioni erano di natura esclusivamente personale, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista: “Mi sentivo senza talento, e ciò accresceva la mia insoddisfazione. Non sapevo cantare, non sapevo suonare… e ballavo come un forsennato. Mi sentivo inutile, un peso pure per Max, perché quello non era più il gioco di due ragazzi e io non sapevo più chi ero veramente. Stavo impazzendo.”
Completamente sopraffatto dal successo e dal turbine di impegni che gli 883 erano chiamati ad affrontare anno dopo anno, Mauro Repetto si rese conto che il progetto del gruppo, che era nato come il gioco di due amici nel garage di casa, aveva assunto dimensioni insostenibili per lui, che non si sentiva dotato delle armi per combattere quello stress gigantesco.