Al centro della piana di Campo Imperatore c’è un particolare che ti toccherà il cuore

Una tragica storia raccontata grazie a due monumenti nella splendida cornice di Campo Imperatore. Questo è la storia di Pupo Nunzio e della sua famiglia.

La storia dell’umanità è fatta di tanti piccoli momenti, tante piccole storie che si intrecciano di volta in volta, fino a dare vita a una tela di emozioni, ricordi, esistenze dopo esistenze che aiuta, un tassello alla volta, a ricostruire la grande storia del mondo. E in Abruzzo, un luogo che di storia ne ha vista passare tanta, può capitare di imbattersi in quel racconto che non ti aspetti, narrato in forme che bisogna saper ascoltare.

La tragica storia foto IG paesi_dabruzzo inabruzzo.it
La tragica storia foto IG paesi_dabruzzo inabruzzo.it

Questa è la storia di due monumenti che, d’ora e per sempre, rimarranno a fissarsi a imperitura memoria di un momento, un solo attimo che ha però cambiato le vite di chiunque fosse coinvolto. Per gli appassionati, per chi conosce la storia, per chi la sta scoprendo, per chi la scoprirà, questo è il racconto del monumento di Pupo Nunzio, un pezzo d’Abruzzo inestinguibile.

Ecco la sua storia

A Campo Imperatore, nell’area di Fonte Vetica, si staglia il monumento in pietra bianca, realizzato da Calascio Vicentino Michetti nel 1987, dedicato al pastore Pupo Nunzio e alla sua famiglia che, col silenzio e l’immobilismo che si addice solo alle statue, narrano una tragica vicenda che li vide coinvolti nell’ottobre nel 1919, quando per un errore di valutazione, persero la vita.

Ecco di che si tratta foto IG paesi_dabruzzo inabruzzo.it
Ecco di che si tratta foto IG paesi_dabruzzo inabruzzo.it

Era tempo di transumanza e il pastore Pupo Nunzio sapeva di dover mettersi in cammino verso la Puglia. Decise però di temporeggiare, così da passare un po’ più tempo con la famiglia, andando al pascolo insieme ai due figlioletti. Era il 13 ottobre, anche se altri parlano del 17 o del 18 ma poco importa. Ciò che nessuno riuscì a notare in tempo, fu il sollevarsi di una tempesta di vento mista a una nevicata forte e fitta.

Per il pastore, i due figlioletti, il cane pastore e le cinquemila pecore al pascolo, non ci fu nulla da fare: morirono tutti coinvolti dalla forte tempesta. Quando la moglie non vide rientrare la propria famiglia, decise di incamminarsi verso l’area del pascolo, noncurante delle condizioni climatiche che però, non furono clementi e la travolsero. I corpi della famiglia vennero ritrovati solo la primavera successiva, allo scioglimento delle nevi.

I due monumenti, uno raffigurante Pupo Nunzio con un figlio per mano e l’altro in spalla, affiancati dal loro fedele cane pastore e l’altro, raffigurante la moglie con le braccia protese in avanti, sono il simbolo di tutte le vite spezzate dal lavoro sui monti. Dalla zona in cui si trovano le statue, è anche possibile scorgere il celebre rifugio Mucciante.

Gestione cookie