Al largo delle coste abruzzesi una scoperta sensazionale: la nave romana piena di tesori

Il regista Alessio Consorte, durante un’intervista al programma “Di Pomeriggio” ha svelato la presenza di una nave romana sommersa al largo di Giulianova.

Ciò che l’Abruzzo propone, tra le sue tante ricchezze culturali palesi, da preservare, è praticamente sotto gli occhi di tutti e basta fare un giro per alcuni dei borghi medievali più famosi, per rendersi conto di quanta storia si respiri tra quelle strade, tra quei vicoli, in cui non v’è orpello che non richiami ora all’epoca romana tardoantica, ora al Risorgimento. A volte però, c’è anche dell’altro.

TROVATA NAVE PIENA DI TESORI inabruzzo.it
TROVATA NAVE PIENA DI TESORI inabruzzo.it

Ciò che è celato agli occhi, può molto spesso rappresentare una sorpresa ancora più entusiasmante. Un esempio è ciò che, secondo il regista Alessio Consorte, si cela nei fondali al largo di Giulianova, in provincia di Teramo. Secondo quanto dichiarato dal regista infatti, in quella zona di mare, si cela un segreto che potrebbe significare tanto per la storia d’Abruzzo: una nave romana.

Cosa si cela nella nave?

Basta chiedere a qualunque pescatore che, tra gli anni ’70 e ’80 ha lavorato su un peschereccio nello spazio di mare al largo di Giulianova, per rendersi conto di quanto fosse normale in quel periodo, rinvenire tanti orpelli, piccoli o grandi, che in tanti hanno poi utilizzato per arredare casa, magari senza nemmeno conoscere il vero valore storico di quegli oggetti. Un esempio potrebbe essere rappresentato dal caso di Berardo Racinelli, uomo di 94 anni che dovrà comparire in tribunale poiché, nel suo giardino, teneva due anfore romane rinvenute in mare più di 40 anni fa.

Ecco dove inabruzzo.it
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A 22 miglia dalla costa giuliese e a circa 100 metri di profondità, seconda il regista Alessio Consorte, si celerebbe un segreto ancora più grande e affascinante. Il regista ha infatti riferito, durante un’intervista al programma “Di Pomeriggio” in onda su Rete8, che in quella zona si troverebbe una nave romana che, secondo varie testimonianze, trasportava un considerevole numero di anfore, molte delle quali recuperate proprio dai pescherecci giuliesi nei decenni.

A bordo però, ci sarebbe ancora una grande parte del tesoro che i marinai romano stavano trasportando, probabilmente, per commerciare. Se quanto detto da Consorte fosse vero, sarebbero tante le prospettive che potrebbero aprirsi, tra chi potrebbe trovare nella nave un nuovo sito di archeologia marina da approfondire e chi potrebbe volersi mettere alla ricerca di quel tesoro così a lungo custodito.

Consorte però, conscio della pericolosità a cui questa prospettiva esporrebbe, ha chiuso l’intervista invitando alla prudenza, alla cautela e, soprattutto, al rispetto del sito archeologico. Se delle operazioni di recupero devono essere svolte, queste devono avvenire nelle forme consone sia a livello pratico che a livello giuridico e giurisdizionale.

 

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