Una donna aquilana, azzannata da un pitbull lo scorso 18 luglio, ha subito l’amputazione di entrambe le braccia. Ecco quali sono le conseguenze per la padrona.
Il cane, proverbialmente il miglior amico dell’uomo, non deve mai essere sottovalutato. Trattandosi di animali, spesso sottoposti alle spinte del puro istinto, è necessario trattarli con cautela e prendendo le dovute precauzioni come l’uso di un collare adatto alla stazza del cane e la museruola, misure semplici da applicare che potrebbero realmente salvare la vita di chi sta attorno a questi animali.
E proprio per la mancata applicazione di queste misure, lo scorso 18 luglio una signora aquilana, ha rischiato la vita, quando si è trovata a fronteggiare l’aggressione da parte di un pitbull. La padrona, rimasta ferita in modo lieve nel tentativo di placare il cane, dovrà adesso rispondere del comportamento dell’animale dato che le sue azioni hanno portato a ferite talmente gravi che si è resa necessaria l’amputazione degli arti superiori della signora, in mancanza di una terapia alternativa meno invalidante.
Cosa rischia la padrona
Il cane di razza pitbull, è stato preso in consegna dall’Asl e le indagini della procura della Repubblica di L’Aquila procedono, per capire quali saranno le sorti dell’animale. E se qui la valutazione sarà affidata a elementi discrezionali, sorte diversa potrebbe avere la padrona dell’animale che si troverà a dover rispondere dell’aggressione, sotto forma di risarcimento danni.
La fattispecie di aggressione da parte di un animale domestico, è normata dall’articolo 2052 del Codice Civile, che sancisce come sia il proprietario dell’animale (o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso) a essere responsabile per i danni cagionati a terzi. Ma in base a cosa vanno calcolati i danni? Per quanto sembri ovvio, vista l’entità del danno, ci sono dei criteri che dovranno essere valutati per sancire l’entità del risarcimento.
Prima di tutto, alla vittima d’aggressione canina, spetta il rimborso totale delle spese mediche sostenute, come diretta conseguenza dell’aggressione: dal ricovero alle visite specialistiche fino ai farmaci consumati; poi, dovrà essere emesso un risarcimento per il cosiddetto “danno biologico”, nel caso in cui si provi che come diretta conseguenza dell’aggressione, siano stati riportati dei postumi invalidanti, valutando quanto invalidanti siano; infine, bisognerà valutare attentamente il danno morale legato al tempo che servirà per la guarigione, oltre al danno psicologico che potrebbe essere considerato, a seguito di opportuna documentazione.
Aggressioni di questo tipo purtroppo, non sono certamente rare: solo nel 2023, ne sono state segnalate ben 288, motivo per cui molti scelgono di stipulare un’apposita assicurazione che andrà a coprire eventuali spese risarcitorie, in caso di aggressioni o di danneggiamenti a cose o persone. Ovviamente, come ogni assicurazione che si rispetti, i premi saranno più alti o più bassi in base alla tipologia di cane sulla quale si stipulerà, all’età del cane, se sono stati registrate aggressioni prima di allora.