Arrosticino abruzzese: unico simbolo della regione, è in pericolo. Le proposte per proteggerlo

L’arrosticino quale “unico simbolo distintivo culinario della nostra regione” secondo Verrecchia, va preservato. Ecco la situazione e le proposte per salvare l’arrosticino abruzzese.

Una terra come l’Abruzzo, che ha tradizioni talmente tanto radicate e pure, fatica a immaginarsi a perderne qualcuna così distintiva e che riesce a trasmettere un senso di appartenenza così forte, come accade con l’arrosticino. Come spesso capita alle tradizioni, l’innovazione arriva travolgente, senza fare prigionieri e sconvolge i piani di chi vedeva determinate situazioni come cristallizzate. Secondo molti però, è il caso di agire per preservare in parte quella cristallizzazione.

Arrosticini a rischio? foto IG matteino_bjj_matside_ferrara inabruzzo.it
Arrosticini a rischio? foto IG matteino_bjj_matside_ferrara inabruzzo.it

Per questo motivo, in Abruzzo ci si sta muovendo per difendere sua maestà l’arrosticino abruzzese, una delle pietanze che più di altre, riescono a trasmettere l’abruzzesità in tutta Italia e all’estero. Non si tratta solo del piatto in sé, che richiede comunque delle accortezze per ottenere il gusto tipico, ma di un intero processo di preparazione che richiede maestria e diligenza per essere eseguito nel modo corretto.

Ecco cosa succede

Si è riunita, ancora una volta, la Terza Commissione Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive, il cui argomento centrale da qualche settimana a questa parte, è proprio l’arrosticino abruzzese, uno dei piatti tradizionali più identitari della Regione e che, secondo molti, meriterebbe di essere preservato in modo adeguato. A riguardo, si è espresso Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia.

Ecco cosa si è deciso foto IG majellatours inabruzzo.it
Ecco cosa si è deciso foto IG majellatours inabruzzo.it

Verrecchia aveva già presentato una risoluzione sull’arrosticino DOP che, durante l’ultima seduta, è stata integrata congiuntamente a “spunti e riflessioni che fanno sintesi dell’ascolto di produttori, associazioni di categoria e forze politiche in Consiglio”. Verrecchia ha dichiarato a riguardo:”È sempre più necessario un riconoscimento anche Dop dell’arrosticino quale unico simbolo distintivo culinario della nostra regione”.

Secondo Verrecchia, una delle cose da evitare a tutti i costi sarebbe l’utilizzo di carni estere e la valorizzazione di carni locali, come tradizione impone. In senso opposto, si è espresso Lorenzo Verrocchio dell’Associazione regionale Produttori Arrosticino d’Abruzzo, congiuntamente ad altre personalità del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento abruzzese, per richiedere il riconoscimento IGP (Indicazione geografica protetta) indipendentemente dalla provenienza, semplicemente trasformandola su territorio regionale.

Ciò che importa dunque, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe il riconoscimento del brand “arrosticino” e il suo legame indissolubile con l’Abruzzo. A questa visione, si frappone la Coldiretti che vorrebbe il riconoscimento DOP, che richiederebbe l’utilizzo di materia prima del territorio, esattamente ciò che la risoluzione Varrecchia propone. Chi invece spinge per la denominazione IGP, ritiene che l’allevamento di capi di bestiame esteri su suolo abruzzese, rappresenti un’ulteriore possibilità di sviluppo per il territorio.

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