Il borgo fortificato di Atri (Te)
Atri fu probabilmente sede di un antico stanziamento fortificato di epoca preromana e fu poi un possedimento romano: molti ritrovamenti di questi ultimi anni ne testimoniano l’importanza e la vivacità.
La predisposizione urbana allestita dai Romani ha costituito il punto di partenza per le seguenti modifiche edilizie che sono avvenute all’interno della cerchia muraria fino al XIX secolo. Comune libero durante la metà del Duecento, Atri, alla fine del XIV secolo, diventa uno dei possedimenti della famiglia Acquaviva che ne farà la capitale di un ampio territorio che va dal Tronto a Pescara all’inizio del Cinquecento: si manterrà in questa sistemazione fino alla seconda metà del Settecento. La predisposizione urbanistica di età medievale, che coincideva pressappoco con quella della città romana, era situata su tre colline: la più elevata, Colle Merlato, limitava il lato est della città con le sue massicce torri; il Colle Muralto a meridione e il Colle di Mezzo, protetto da due torrioni, che era il nucleo dell’abitato.
Il borgo fortificato di Atri in un affresco rinascimentale
Tutt’oggi si possono ancora distinguere alcune tracce del massiccio e complesso perimetro fortificato medievale, contrassegnata anticamente da dieci porte d’ingresso tra le quali è quella di San Domenico che si è conservata meglio e che è stata restaurata verso il 1528, periodo durante il quale furono rafforzate pure le mura della città. La porta è caratterizzata da un arco a sesto acuto e una lapide, con tre scudi a forma di triangolo, che si pensa appartenga alla porta antecedente, la sormonta. La fortificazione di Capo d’Atri era intrinsecamente connessa al perimetro difensivo e si può individuare ciò che è rimasto delle massicce strutture del terrapieno con cisterne all’interno in mattoni.
La porta di San Domenico
L’antica rocca, costruire alla fine del Trecento dal viceré degli Abruzzi, fu distrutta dagli atriani stessi nel Quattrocento e immediatamente ricostruita. Il magnifico castello-palazzo ducale, edificato intorno a un raffinato cortile dotato di colonne, oggi sede del comune, fu ricostruito durante il Trecento per volontà degli Acquaviva in luogo di un precedente edificio e ancora trasformato nel XVI secolo; l’aspetto attuale è invece il risultato di un restauro avvenuto nel Settecento.