Calascio: rocca


Roccacalascio, la Rocca di Calascio (Aq)
Collocata in un luogo montano che ha un enorme valore paesaggistico, la fortezza di Calascio si può considerare uno dei castelli più ricchi di significato e suggestione d’Italia, per la singolare cura costruttiva, per la straordinaria difficoltà di esecuzione in rapporto alla ripida orografia del luogo e per la particolare coerenza di struttura. Totalmente costruito in pietra e usato solo con scopi militari, il fortilizio è situato in un contesto ambientale molto favorevole per quanto riguarda la difesa; ha una pianta di forma quadrata con torri angolari circolari e un torrione centrale di forma anch’essa quadrata.
Il maschio quadrato è ritenuto preesistente da alcuni studiosi, per via delle peculiarità tipiche di un torrione di vedetta medievale e la sua mutazione nell’attuale rocca è attribuita alla seconda metà del Quattrocento, ricorrendo all’analisi dei torrioni d’angolo, mancanti di impianto a sporgere, munite di caditoie singolari e dotate di una scarpa profonda. L’ingresso si apre nella base del torrione centrale di forma quadrata che, similmente agli altri torrioni di vedetta isolati, appare elevato a circa cinque metri rispetto alla zona dove si camminava del cortile interno.
Le due mensole di pietra che vengono fuori alla medesima altezza dalle mura fanno pensare che anticamente esistesse una scala retrattile in legno per potervi accedere. Nei torrioni cilindrici profondamente scarpati si possono osservare particolari caditoie come quella per scagliare le frecce con sotto quella di forma circolare per sparare con l’archibugio. All’interno i torrioni si dividono in una stanza inferiore con volta semisferica, ottenuto nella scarpatura della base, e una superiore di forma cilindrica, in origine suddivisa in più ambienti posti uno sopra l’altro con solai di legno, adesso scomparsi.
La rocca, collocata sul punto più alto del borgo di Rocca Calascio, a controllo della piana di Navelli e della valle del Tirino, ha sempre avuto il rilevante compito di sorvegliare il tratturo aquilano. La principale funzione strategica, svolta in origine dal torrione centrale di forma quadrata, isolato in antichità, fu rafforzato durante la seconda metà del XV secolo circa, nel momento in cui il fortilizio, dopo essere stato per molto tempo connesso all’antica Baronia di Carapelle, andò sotto il dominio dei Piccolomini che potenziarono il presidio mutandolo nella massiccia rocca che oggi possiamo ammirare.
In particolar modo affascinanti sono i resti del borgo che si trova in posizione inferiore rispetto alla rocca, alla quale è unito tramite un ponte ligneo, che originariamente si poteva ritrarre; l’antica cerchia muraria con i torrioni si può ancora riconoscere. Di recente reso più solido e posto a un’altitudine di circa 1500 metri, costituisce una dei fortilizi più elevati d’Italia.

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