La grande altezza e l’asperità dei luoghi che ne denotano la principale funzione militare, il fatto di essere situata al confine con il paese di Ascoli Piceno, fanno di Castel Manfrino una delle postazioni di difesa dell’Abruzzo che creano maggior suggestione.
Il presidio militare, chiamato in antico Castrum Maccle, è collocato vicino a Valle Castellana, su un colle roccioso situato tra il torrente Salinello e il Fosso Rivalta. La predisposizione presente, circondata da mura rese più potenti da tre torri con le funzioni di avvistamento e di difesa, di cui una è posta al centro, tuttora ben distinguibili, è situata su tutto lo sperone roccioso e si adatta al ripido rilievo montuoso e si pensa che possa avere delle corrispondenze con quello della fortificazione del Duecento.
L’edificazione è attribuita, da studi autorevoli, a Manfredi, re della Svezia, che pare lo costruì, a 936 metri di altezza, al confine nord del regno, per potersi difendere dalle pretese di Ascoli Piceno e dalla minaccia angioina. Dopo che Carlo I d’Angiò sconfisse Manfredi, il castello e l’estensione boscosa passarono sotto il controllo degli Angoini. La cinta muraria costruita dagli svevi, costruita con pietre appena sbozzate, probabilmente era mancante di bastioni tranne che per quanto riguarda la zona a ridosso dell’ingresso.
Veduta del castello dalla Montagna dei Fiori
All’estremità opposta si alzava la grossa torre merlata di forma quadrata dove risiedeva il castellano come ultimo difesa. La testimonianza dell’epoca manfrediana che si distingue meglio è la torre principale posta sul lato meridionale, i cui resti sono contraddistinti da una cortine di pietre non regolari e dall’articolazione in piani grazie ai solai in legno. In un atto risalente al 1277 viene riferita la presenza continua di un cappellano nel castello e quindi si può ipotizzare che nel recinto ci fosse una cappella, che si può individuare nei resti di un sito vicino alla torre principale. Carlo I d’Angiò nel 1281 ordina l’edificazione di una nuova torre più fortificata, probabilmente su disegno di Pierre d’Agincourt, architetto attivo durante quell’epoca in Abruzzo.
Le mura del castello
Della torre angioina, della quale si può riconoscere la pianta quadrata, si sono conservati il primo livello con il pozzo sotterraneo, parti delle mura sia della parete orientale che di quella settentrionale e il lato occidentale fino ad un’altezza di 12 metri. Ciò che è rimasto del torrione è tra le poche testimonianze che ci sono rimaste del primo periodo degli Angioini e costituisce una presenza di rilevante valore documentario. L’’importante ruolo strategico di Castel Manfrino nella disposizione a scacchiere di difesa del regno è mantenuto per tutto il Quattrocento e si conclude successivamente quando vengono introdotte le nuove tecniche militari.
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