Benvenuti nella nostra guida alla scoperta del castello di Beffi e delle altre meraviglie che si possono visitare nei dintorni.
Tra i vari territori abruzzesi, quello aquilano è senza dubbio il più ricco di suggestioni medievali.
Forse per via del paesaggio che conserva un’aspetto ancestrale e selvaggio. O per i tanti borghi tutt’oggi permeati di un fascino antico e misterioso. Oppure, infine, per il gran numero di chiese ma soprattutto castelli che la terra aquilana custodisce.
Nel cuore della valle Subequana, in territorio di Acciano, immersi nel verde rigoglioso si trovano i resti imponenti di due di queste fortezze: i castelli di:
Beffi Roccapreturo
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Beffi è sicuramente un luogo già noto agli appassionati d’arte e ai conoscitori delle vicende del medioevo abruzzese.
A esso fa infatti riferimento il nome convenzionale di uno dei più stimolanti pittori di fine Trecento.
Parliamo di quell’ignoto maestro al quale gli studiosi, in assenza di informazioni sulla sua vera identità, hanno dato il nome storico di “Maestro di Beffi”.
Maestro del Trittico di Beffi, Madonna con il Bambino,Trittico detto di Beff, Dipinto a tempera su tavola fondo oro,Tione – Chiesa di S. Maria del Ponte (sec. XV – prima met )
Dalla chiesa di Santa Maria del Ponte di Tione, un bel borgo vicino, proviene infatti uno straordinario capolavoro realizzato da questo artista abruzzese.
Si tratta di un trittico, ossia di un’opera composta da tre singole tavole in legno dipinte e montate assieme in una grande cornice dorata, detta carpenteria; i dipinti laterali vengono detti scomparti.
Qualora le tavole fossero più di tre si parlerebbe invece di polittico.
Nel capolavoro di Tione, al centro è raffigurata la Madonna col Bambino in trono, e ai lati le scene della Natività e della Morte e Incoronazione della Vergine.
Oggi purtroppo esso non si trova più a Santa Maria del Ponte, ma è esposto, per motivi di sicurezza e conservazione, nel Museo Nazionale dell’Aquila.
Il Maestro di Beffi è conosciuto anche come il “Maestro della tribuna di San Silvestro” poiché dipinse un bel ciclo di affreschi riscoperti di recente nell’omonima chiesa dell’Aquila.
Del suo passato medievale Beffi conserva invece i resti del grande castello.
Beffi (Aq), il castello
Tra i ruderi ai piedi del paese emerge, ben conservata, la torre squadrata che aveva funzione di puntone, costituiva cioè l’elemento difensivo principale, posta in testa e nel punto più elevato.
Tutt’intorno venivano poi costruite le mura di recinzione rafforzate magari da piccole torri.
Un simile tipo di struttura difensiva era detta “castello-recinto” e sfruttava di solito la pendenza naturale del terreno sul fianco di una montagna. Per questa ragione nei libri è detta anche “castello di pendio”.
Per la sua forma gli studiosi ritengono che la torre risalga al XII secolo, ed è presumibile che il suo recinto fortificato fosse abitato non solo dalle guarnigioni militari ma anche dal feudatario.
Questa datazione del castello è confermata dai più antichi documenti su Beffi che risalgono al 1185.
Allorché “Beffe in Valva” risultava posseduta per un terzo dal figlio di Rainaldo di Beffe, per conto di un “Gentile” feudatario di Raiano.
L’ingresso al recinto avveniva attraverso la porta ad arco, ancora esistente, dominata dall’emblema di Beffi: San Michele Arcangelo sopra una torre.
Dall’altro lato della valle si scorge una torre cilindrica, alta e snella, che spicca nel bosco sotto Goriano Valli.
Goriano Valli (AQ), torre medievale cilindrica
Si intuisce come le due fortificazioni facessero parte di un unico sistema difensivo integrato.
Torri e castelli non vanno infatti immaginati isolatamente, ognuno a protezione del proprio borgo, ma come elementi di una ben più complessa struttura di difesa, diffusa sul territorio e coordinata.
Ogni postazione era collocata in una posizione tale da poter vedere le altre, così da potere comunicare con esse in caso di pericolo, ad esempio attraverso segnali di fumo, e allarmare in tempo le popolazioni in caso di arrivo dei nemici.
Il castello di Beffi fu abbandonato nel Settecento ed è stato recentemente restaurato; durante l’estate è teatro di suggestive rievocazioni in costume.
L’altro fortilizio in terra di Acciano è il castello di Roccapreturo; anch’esso un castello-recinto del quale resta in piedi solo la grande torre a base pentagonale.
Roccapreturo (AQ), i ruderi del castello medievale
La sua è una struttura classica a forma di triangolo che scende lungo il pendio roccioso; sul vertice più in alto si trova la torre puntone, dalla quale scendono le mura che arrivano alle due torri più in basso.
Esempi molto simili sono quelli di:
San Pio delle CamereRoccacasale Bominaco
Questa scelta architettonica era studiata per far fronte agli attacchi provenienti dalle alture, ai quali veniva contrapposta la mole del puntone, mentre nella parte più in basso sorgeva il borgo, come nel caso di Roccapreturo.
Le notizie più antiche del castello portano la stessa data del forte di Beffi, citando nel 1185 i possedimenti di un tale Gualtieri, figlio di Gionata feudatario di Collepietro.
La suggestiva Valle dell’Aterno è ancora strutturata secondo la formula del “comune sparso”, composta da piccoli borghi ognuno dei quali possiede la sua chiesetta.
In questo Abruzzo ancora tutto da scoprire non sarà quindi difficile imbattersi, anche nei luoghi più decentrati, in autentici tesori d’arte.
Restando nei paraggi del castello di Beffi, che come si è detto ha come simbolo San Michele, vale la pena di visitare la bella chiesa omonima, richiedendo le chiavi presso le vicine abitazioni.
Beffi (Aq), chiesa vista da Goriano Valli
Nell’interno è la splendida la statua in terracotta dipinta di una Madonna, che in origine era completata come sempre dal Bambino, ormai perduto e sostituito con una copia moderna.
Scendendo per un sentiero verso il fondovalle, si incontra una graziosa chiesetta ancora decorata con affreschi del Cinquecento.
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