Visita a San Clemente a Casauria
La facciata
Molto spesso, a rendere magiche le strutture e gli edifici che sono stati costruiti in passato in Abruzzo, sono soprattutto i paesaggi, che diventano complici di cotanta bellezza e sembrano quasi voler custodire il gioiello artistico che in realtà va ad impreziosire soltanto ulteriormente una scenografia già parecchio curata dai semplici elementi di una natura incontaminata .
Uno dei paesi simbolo dell’Abruzzo, e che meglio incarna il connubio tra natura e storia è sicuramente Castiglione a Casauria, che con i suoi 350 metri in altitudine riesce ad offrire in maniera semplice e lineare, una visione completa degli aspetti storici e architettonici che l’hanno reso famoso.
Non a caso la vallata del fiume Pescara ha saputo da sempre offrire al visitatore scenari naturali alimentati da una vegetazione ricca, multiforme e sempre rigogliosa grazie soprattutto alla presenza costante dell’acqua; è proprio questa vegetazione sempre molto florida a custodire una delle abbazie – simbolo della cultura abruzzese: San Clemente a Casauria, si fa risalire Castiglione a Casauria all’anno 1000quando appunto il famoso abate di Casauria, Adamo I, innalzò le mura del castello che avrebbe dovuto difendere il borgo da attacchi esterni, com’è noto, molto frequenti durante il Medioevo, ed ancora oggi il paese conserva un impianto con case-mura che vanno a circondare e dunque cingere il centro storico fortificato poi dalla punta triangolare del castello che proprio nel XVIII secolo fu detto “Palazzo de Petris-Fraggiani” e totalmente punteggiato di palazzi più piccoli e balconate molto sofisticate mostrano decorazioni fatte localmente con scalpellini, usati da artigiani pazienti inorgogliti dalla possibilità di rendere bello il loro paese; sicuramente di non minore bellezza è anche l’artistico portale dell’ex Chiesa di San Francesco, che rivela la bravura di questi artigiani.
Il portale principale
La basilica di San Clemente sorse nei pressi della romana “Interpromium”, oggi conosciuta anche come “Torre de’Passeri”, sulla Tiburtina Valeria. La magnificenza della struttura, così come la conosciamo oggi, è dovuta alla capacità artistica di maestri meridionali che si erano dedicati completamente alla realizzazione dell’edificio, infatti, quella che inizialmente era una cripta che doveva ospitare le spoglie di San Clemente papa, diventò poi una struttura d’incomparabile splendore grazie a Leonate che aveva appunto ingaggiato tra il 1176 ed il 1182, questi artisti che per di più erano di alto livello culturale ed artistico .
Grazie al loro attento lavoro la struttura in breve tempo fu conosciuta a tal punto da superare in fama quella di Montecassino, diventando anche un vero e proprio polo attrattivo , ed uno dei documenti storici più noti ed importanti d’Italia, ancora oggi permane il “CHRONICON”, lì scritto e redatto dal monaco Giovanni nel XII secolo.
San Clemente a Casauria , dunque, fu voluta ed innalzata strutturalmente dall’imperatore Ludovico II nell’871, secondo quanto attestano le fonti , per adempiere un voto, ed in particolare anche per dare spazio a motivazioni e strategie politiche probabilmente molto sentite.
Esterno e facciata
La struttura che oggi è possibile ammirare, non è quella che era stata originariamente pensata e realizzata, infatti è stata ampliata ed abbellita in seguito fino a diventare una delle strutture più note di tutto il Medioevo. È stata modellata su un’altra abbazia molto famosa che fu quella di Vezelay, che nel suo progetto originario prevedeva anche la disposizione di un oratorio che presentava un nartece sopra il loggiato sul quale si aprono tre finestre risalenti al XI secolo. Non è l’unico aspetto di questo modello di riferimento che è stato esaminato, infatti anche la massiccia sequenza di decorazioni e di figure che sono evidenti soprattutto a livello degli archi e delle coperture sono una testimonianza concreta della voglia di celebrare la potenza di Dio vissuto in quella basilica,senza avere necessariamente un aspetto dogmatico; non a caso prevale di più l’aspetto storico. Intanto la parete principale presenta colonnette molto esili che sembrano scandirla delicatamente e queste piccole colonne sono sorrette dai quattro simboli degli Evangelisti, mentre i dodici Apostoli, sono allineati in due gruppi differenti collocati sui capitelli che sostengono , dal portico, l’archivolto centrale.
Al di sopra invece sono presenti altre figure disposte su più piani , che a loro volta si compongono di due personaggi raffigurati in piedi , affiancati da un angelo a mezzo busto; mentre da un lato di quest’ultima scena c’è il protagonista indiscusso di tutta l’abbazia, cioè San Clemente che è accompagnato dal re Salomone e dal re David, che a sua volta ha affianco un uomo che presenta un filatterio su cui è inciso un brano di Joele. Importante è sicuramente notare come uno degli elementi che viene continuamente citato è l libro sacro, e dunque la Sacra Scrittura, quasi a riprova del fatto che è l’unica fonte certa di cui si può avvalere l’uomo nel suo percorso di vita. I portali laterali invece presentano un timpano che ospita nella porzione sottostante San Michele Arcangelo e la Vergine Maria che siede sul trono con il piccolo Gesù, ma il portale centrale è coperto di rilievi che rappresentano in vesti e postura regale, coloro che sono i benefattori del monastero, e seduto sul trono c’è anche la figura di San Clemente. Ad illustrare il modello di chiesa fatto erigere, sul lato sinistro di San Clemente c’è Leonate, ed a mostrare le fasi della fondazione dell’abbazia ci sono i rilievi sull’architrave . non mancano anche raffigurazioni più umili nella porzione più bassa che hanno lo scopo di celebrare la fertilità della terra che circonda la struttura, nata in un luogo effettivamente dalle umili origini.
Porta in bronzo
Uno degli elementi che colpisce maggiormente il visitatore è sicuramente la porta di bronzo dorata collocata nell’entrata centrale e risalente al 1191. I battenti del portone originariamente presentavano settantadue lastre decorate, che per lo più ora sono andate perdute, infatti attualmente ne è visibile poco meno della metà. Su quindici lastre sono rappresentati castelli e torri merlate che l’abbazia aveva sotto il suo controllo e sulle quali estendeva il suo dominio. Agli angoli ci sono decorazioni di rosoni ad altorilievo uniti ad incisioni di fiori , croci, e mezzelune sormontate da una stella . la prima di queste decorazioni angolari presenta l’imperatore Ludovico II effigiato, e com’è possibile ricordare è lui proprio il fondatore dell’edificio, mentre sulla seconda di queste immagini c’è un altro grande personaggio legato alla costruzione dell’abbazia , ossia Joele, l’abate che aveva donato la porta. Le altre due immagini angolari invece presentano monaci. L’imperatore è stato raffigurato in piedi , mentre l’abate è stato raffigurato seduto sul trono con la mitra ed il pastorale. Anche il battente presenta una realizzazione molto piacevole da guardare: ha un anello ritorto che attraversa le mascelle di un fiero leone.
Interno: ciborio, ambone e cero pasquale
All’interno della basilica, la struttura è a croce latina costituita da tre navate con pilastri e semicolonne che sorreggono le arcate. Il transetto si conclude con un’unica abside centrale, mentre l’oratorio presenta un loggiato ad ogive dove le arcate a coppie sono a sesto acuto e sono poste su otto pilastri di varia sezione che tentano anche di alleggerire i volumi permettendo alla lice di entrare a colpire le alte monofore che sono aperte nella parte anteriore della navata centrale, mentre la parte superiore è divisa in due da una elegante e raffinata cornice che poggia su delle mensole che hanno la forma di un quarto di cerchio ; nel catino presente nell’abside invece c’è un fine ciborio, in più ci sono un cero pasquale , un ambone ed un armonioso altare.
L’interno
Il ciborio è ottenuto in pietra bianca di Castiglione, ha una struttura tipicamente medioevale, anche se poi nel 1900 è stato modificato ed ora risulta totalmente impreziosito da motivi ornamentali vegetali, tipici dell’arte casauriense. Presenta quattro colonne che vanno a sostenere frontoni realizzati ad arco trilobato , mentre la copertura è cuspidata , invece la facciata principale presenta delle forme quadrangolari con le immagini dell’Annunciazione , della Madonna con Bambino, e degli Angeli, in più non mancano i simboli dei quattro Evangelisti.
L’ambone ed il cero appaiono più artisticamente elaborati, infatti sono intanto posti uno di fronte all’altro più o meno all’altezza della metà della navata centrale e differiscono sia per materiale usato che per decorazione e stile , a tal punto che si pensa siano state diverse generazioni di artisti ad intervenire sull’una e sull’altra.
L’ambone viene fatto risalire al 1180 circa, mentre il cero è più recente rispetto a quest’ultimo. L’ambone presenta una decorazione molto attenta, sfarzosa, e curata nei minimi particolari: ancora una volta le decorazioni presentano soggetti vegetali , nella fattispecie, foglie che sgorgano dalla gola di due serpenti ed avvolgono la struttura quasi come fosse un fregio ed anche i rosoni che ne fanno parte hanno un rilievo ed una grandezza che lasciano quasi increduli.
Nella parte superiore esibisce dei racemi intrecciati, mentre nella porzione antistante al leggio, che complice il tempo è andato in parte perduto, ci sono due immagini: rispettivamente il leone e l’aquila che hanno lo scopo di sorreggere il libro sacro che viene aperto, lungo il bordo poi ci sono dei versi leonini incisi , mentre un elegante distico appare altrettanto inciso lungo il parapetto rivolto verso l’altare ed è dedicato al monaco Giacomo che ha donato l’elemento.
Anche il supporto del candelabro è stato impreziosito, in primo momento dal materiale: esso è costruito con un elegantissimo granito orientale talmente tanto pregiato che veniva impiegato anche dai romani per le loro costruzioni più importanti e rappresentative, dunque si pensa che sia stato proprio il riutilizzo del materiale di una persa struttura romana a dare vita al candelabro. Esso ha alla base una porzione di un antico altare, mentre il capitello è stato forgiato intagliandolo in un grande pezzo di marmo bianco molto pregiato ed appare come una sorta di cesto liscio contenente foglie incise con motivi dentellati.
Il cero appare come un’edicola a due piani composta da due grandi lanterne a forma di esagono separati tra di loro da motivi vegetali; gli spazi che apparentemente sembrano vuoti , come per esempio gli spazi tra i capitelli, sono riempiti da fasce di mosaico, mentre a dare forma all’altare c’è un grande sarcofago paleocristiano totalmente ornato di motivi floreali realizzati in bassorilievo.
Cripta
Alla cripta, invece, si accede attraverso due scale che sono state appositamente collocate ai lati del presbiterio, ed è fatta di diciotto campate che sembrerebbero molto basse, ed è stata dotata anche di un vano di tipo absidale. La cripta, dunque, presenta delle pesanti volte a crociera che sono sostenute da pezzi di colonna che sono stati disposti a caso, e che sono rimanenze di materiale romano; essa è molto più antica dell’abbazia nel suo complesso e da quasi testimonianza del fatto che la basilica sia stata costruita su un edificio preesistente.
La cripta
Questa notizia è assodata anche grazie ad un’altra struttura che è quella del lapidario che è conservato in un piccolissimo museo allestito nella struttura e nello specifico nelle stanze che non sono state utilizzate. La gran parte delle notizie che abbiamo sull’origine della basilica ci è stata tramandata dal “Chronicon Casauriense”, che cerca di ricostruire in modo sistematico tutte le vicende legate alla struttura, raccogliendo anche un vasto numero di documenti scritti, il cui manoscritto originale oggi è conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi. La sua composizione risale agli anni dell’abate Leonate e fu scritto dal monaco Giovanni e da Maestro Rustico. È un codice che consta di circa quattrocentottanta fogli riempiti in scrittura gotica dove non mancano notizie su privilegi ed investiture di papi in cui viene usata anche una scrittura simile alla carolingia. Non mancano anche disegni ed illustrazioni di personaggi regali, seduti sul loro trono, che ascoltano figure di rilievo come gli abati, e proprio queste figure sono eseguite in rosso , nero, giallo, in quanto sono parti del testo scritto e dunque non presentano altri colori.
Il Chronicon Casauriense
Gallerie fotografiche
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Chronicon Casauriense