Cosa succede al corpo se si eliminano i carboidrati: attenzione

Eliminare i carboidrati dalla nostra dieta è davvero positivo? Ecco quali sono le conseguenze per il nostro organismo.

Prestare attenzione a quello che si mangia cercando di puntare su una dieta equilibrata, che garantisca al corpo tutte le componenti di cui ha bisogno è fondamentale. Anzi, quella è la prima azione che si dovrebbe compiere per garantire al nostro organismo di essere in buona salute.

eliminare i carboidrati conseguenze
I carboidrati sono una delle principali fonti di energia per l’organismo – Foto: Inabruzzo.it

Agire in maniera impulsiva è però spesso un grave errore, soprattutto perché molti non hanno le conoscenze necessarie per capire come strutturare il piano nutritivo, anche solo se si devono perdere pochi chili. Tanti tendono a credere sia determinante in questi casi ridurre se non eliminare i carboidrati, ma è davvero la scelta più corretta?

Eliminare i carboidrati è davvero la scelta giusta?

I carboidrati sono presenti in tantissimi alimenti che consumiamo abitualmente o quasi. Basti pensare, ad esempio, a patate, castagne, manioca e tapioca, legumi (soprattutto fagioli e piselli), cereali (pane, pasta riso) e alcune radici (come carote e barbabietole da zucchero).

Questi sono considerati una delle principali fonti di energia, per questo non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione, anche se ci sono diete che prevedono una loro riduzione, le cosiddette “low carb“, o addirittura di eliminarli del tutto. Se li eliminiamo davvero non si rischia però di danneggiare il nostro organismo? Dare una risposta a questa domanda è fondamentale, così da agire in modo ponderato.

eliminare i carboidrati conseguenze
Le diete non dovrebbero mai essere improvvisate – Foto: Inabruzzo.it

Se questo avviene, il corpo attiva gradualmente dei processi metabolici che gli permettono di utiizzare i grassi come fonte principale di energia, sia quelli assunti attraverso una dieta (chetogenica), sia quelli che il nostro corpo ha messo da parte come riserva.

Si tratta di una situazione che prende il nome di chetosi fisiologica. Si può andare incontro a questo come una reazione che l’organismo mette in atto in caso di necessità, in seguito a una dieta a basso contenuto di carboidrati, una fase di digiuno o dopo avere fatto esercizio fisico, senza però creare danni. In genere il corpo riesce a garantirsi uno stato di equilibrio in autonomia, anche se molti nutrizionisti ritengono questo modo di agire una soluzione estrema, per questo andrebbe adottata, se necessario, solo per un periodo limitato.

Almeno nei primi due giorni non si riscontrano grandi cambiamenti, i primi sintomi possono essere evidenti dal terzo giorno, quando si può riscontrare quella che viene definita influenza chetogenica“, che porta ad avere stanchezza, irritabilità, nausea, mal di testa e difficoltà di concentrazione, diretta conseguenza della transizione del corpo dall’utilizzo del glucosio ai grassi.

Dal quinto giorno la chetosi diventa ancora più evidente, per questo si può notare un alito dall’odore fruttato, che è la sensazione più tipica. A questa si può affiancare una diminuzione dell’appetito un progressivo aumento dei livelli di energia. Nel momento in cui sarà trascorsa una settimana ci si sentirà effettivamente più energici, oltre a notare un dimagrimento, effetto della diminuzione di liquidi. Ci sono persone che effettivamente notano un miglioramento nel loro stile di vita con una maggiore contrazione e capacità di sostenere sforzi prolungati. Se questo non dovesse accadere, però, sarebbe bene parlarne con un medico e in linea generale variare l’alimentazione solo con il supporto di un nutrizionista, che valuterà anche lo stato di salute generale del paziente.

Gestione cookie