Si torna a parlare di morbillo in Abruzzo che al momento, è la regione che ha registrato il picco più alto d’incidenza in tutta Italia.
Con l’inizio della stagione estiva, sono tanti quelli che, sia fisicamente che con la testa, non vogliono altro che andare in vacanza e staccare da tutto e tutti. Capita però che ci siano delle problematiche, legate molto spesso alla salute, da cui è molto difficile sottrarsi e che, con cadenza irregolare, tendono a ritornare a circolare tra la popolazione, creando scompiglio e allarme.
E in questo 2024, in diverse regioni si sta assistendo a un ritorno di alcune malattie che, nonostante non rappresentino grossi problemi visto che si hanno tutti i mezzi per combatterle e neutralizzarle, vanno sicuramente a rappresentare un fastidio per chi deve rapportarcisi. La malattia del 2024 è sicuramente il morbillo, la cui incidenza è in aumento e, l’Abruzzo è la regione più di tutte ne sta risentendo.
La situazione in Abruzzo
In Abruzzo si è tornati a parlare sempre più insistemente di morbillo. All’interno del numero di luglio 2024 del bollettino periodico Morbillo & Rosolia News curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia, vengono riportati i dati che riguardano il periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2024 riguardanti l’incidenza di queste due malattie, tramite tutte le segnalazioni ricevute dalle varie regioni.
Sono state 17 regioni su 20 a segnalare la presenza, sul proprio territorio, del ritorno di queste malattie con un’alta incidenza sulla popolazione. Se è vero che 6 di queste regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) registrano in totale più dell’80% dei casi, vista anche l’alta densità demografica di alcune di queste, è l’Abruzzo a registrare la maggior incidenza.
In Abruzzo infatti, si parla di ben 64,6 casi su milione di abitanti. A livello italiani, i casi totali sono stati 717 di cui 151 solo nel mese di giugno. Nell’89,5% dei casi, a essere colpiti sono stati i non vaccinati mentre il restante 5,5% era composto da vaccinati. L’età media degli infetti è di 31 anni: per la maggior parte dei casi infatti, a essere colpiti sono adolescenti e giovani adulti, soltanto il 23,8% invece è di over 40enni.
Con poca sorpresa però, l’incidenza maggiore è stata registrata nei bambini sotto i 5 anni d’età a cui si aggiungono ben 34 casi di bambini con meno di un anno di vita, ancora troppo piccoli per concludere il ciclo vaccinale. Diversi sono i casi di trasmissione in ambiente sanitario e nosocomiale e, parlando di complicanze, solo il 32,8% ne hanno registrate (tra cui polmonite ed encefalite). A tutto ciò si aggiungono pochi e sparuti casi di rosolia.