Benvenuti in questa guida completa alla scoperta dell’Eremo di San Domenico a Villalago (Aq).
L’eremo di San Domenico a Villalago
Una delle mete “turistiche” e religiose predilette dagli abruzzesi, e non solo, è sicuramente la zona di Scanno, in provincia dell’Aquila.
Che non è soltanto un piacere per gli occhi, tra borgo e lago, ma anche un diletto per l’animo di chi sente fortissimo in se il trasporto per uno dei santi più celebrati d’Abruzzo: San Domenico
Infatti, proprio a Villalago, borgo sulla strada per il lago di Scanno, si trova il suo meraviglioso eremo.
L’antica struttura sorge sulle rive del lago a di San Domenico.
San Domenico
Secondo le notizie storiche, San Domenico visse nell’incanto di questi luoghi intorno all’anno Mille. A lui è attribuita la costruzione del Monastero di San Pietro “in valle de lacu” e di quello degli Eremiti.
Quest’ultimo consisteva in una semplice costruzione nella quale i monaci si riunivano durante occasioni che prevedevano comunitaria vita monacale.
Aveva annesse piccole grotte utilizzate come celle eremitiche. Sembra probabile che la chiesa sia stata costruita intorno al 1500.
Visitare l’eremo
Un piccolo portico accoglie all’interno del Santuario, che tra l’altro è stato dotato di una bifora che la impreziosisce e offre una splendida visuale sul lago.
Villalago (Aq), eremo di San Domenico, bifora con vista sul lago omonimo
Il portico presenta quattro quadri dipinti, ognuno dei quali offre notizie su alcuni miracoli del Santo. E sono rispettivamente:
miracolo delle fave bambino che era stato riconsegnato dal lupotrasformazione dei pesci in serpenti ragazzo caduto dalla quercia
Il portale della chiesa è riccamente lavorato con motivi floreali e secondo una ricostruzione sembra appartenesse allo stesso Monastero di San Pietro.
Villalago (Aq), eremo di San Domenico, interno della chiesa, pittura a parete con un miracolo di San Domenico
L’interno della chiesa invece ha un andamento un po’ particolare.
Infatti, entrando, dopo la prima campata, essa sembra restringersi verso il fondo. Mentre la porzione dietro l’altare evidenzia un semplicissimo ingresso verso la parte più significativa, ma anche la più antica di questo insolito luogo di culto.
Si tratta della porta che conduce alla “Grotta di San Domenico”.
Dentro la grotta si accede con degli scalini interamente ricavati nella roccia. Sono rampe di scale brevi ma irte che immettono nella stretta imboccatura della grotta, chiusa da un piccolo cancelletto in ferro battuto.
Villalago (Aq), eremo di San Domenico, grotta del Santo eremita
Una volta attraversato lo stesso ingresso, nella parte sinistra è possibile osservare quella che sembrerebbe una tomba.
Essa è delimitata da quattro piccoli pilastri che sono posti agli angoli di questa struttura rettangolare.
Era il letto dello stesso San Domenico.
Qui infatti il Santo amava riposare, disteso su delle travi di legno, e qui giaceva al fresco e al riparo da caldo e sole.
Culto di San Domenico
Villalago è un paese molto attento al culto di San Domenico, che potrebbe essere definito il simbolo di questo luogo.
In particolare sono tre i festeggiamenti in date fisse, dedicati al Santo in questione:
22 gennaioLunedi dopo Pasqua 22 agosto
Sono delle feste che attraggono sempre molti turisti oltre che pellegrini legati al culto del Santo.
Durante i festeggiamenti del 22 gennaio si vuole ricordare la morte del Santo, che avvenne in questo giorno dell’anno 1031.
Lunedi dopo Pasqua invece, “dell’Angelo”, i fedeli si recano in processione presso l’Eremo portando le reliquie del Santo. E questa è un’occasione per una scampagnata nelle montagne circostanti.
Il 22 agosto è un’occasione diversa ma più importante. I festeggiamenti in onore del Santo avvengono in paese, mentre il giorno dopo c’è una celebrazione del rito liturgico nel Santuario.
Accorrono persone dei paesi vicini e non solo: è una festa che coinvolge tutti i paesi che sono particolarmente devoti a San Domenico.
San Domenico e i serpenti
C’è un certo parallelismo in questa festa con la festa del San Domenico di Cocullo, anche se oggi la tradizione si è spenta.
Un tempo la statua del Santo veniva portata in processione completamente ricoperta di serpenti, anche perché si attribuiva proprio a lui la capacità di proteggere da:
morso dei rettili velenosirabbiain particolar modo dal mal di denti
Addirittura in passato le mamme portavano i loro bambini sull’altare durante la festa perché mordessero un serpente in modo tale da ottenere l’immunità dal suo veleno.
Inutile dire che oggi anche questa “insolita” tradizione è morta.
L’esigenza invece di toccare le pareti dell’eremo o di bagnarsi con l’acqua della grotta invece è rimasta ancora adesso assai viva.
Ed è l’unico modo per provare a stabilire un contatto con uno dei Santi più celebrati d’Abruzzo.
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