In Abruzzo viene celebrata ogni anno la festa dei serpari, un evento unico non adatto a chi ha la fobia dei serpenti: per le strade ce ne sono a centinaia.
Se non siete abruzzesi (o amanti dei serpenti) è molto probabile che non abbiate mai sentito parlare della festa dei serpari, l’evento folcloristico più strano ma allo stesso tempo unico che viene festeggiato ogni anno a Cocullo, un piccolissimo comune in provincia dell’Aquila. Il piccolo borgo conta soltanto 211 abitanti ma ogni anno attira turisti da tutta Italia ogni anno l’1 maggio. In questo giorno le usanze pagane si mescolano alla tradizione cristiana e alla devozione dei locali per San Domenico, protettore dal morso dei rettili.
Secondo la tradizione, San Domenico è strettamente collegato alla storia del borgo di Cocullo: pare che il santo, minacciato di morte, fuggì da Villalago per rifugiarsi a Cocullo. Durante la sua fuga, frappose tra se e i suoi aggressori un orso a guardia della strada; solo così poté fermarsi per sette anni a vivere nel paese e come ricordo del suo passaggio lasciò un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula. In onore di San Domenico ogni anno si tiene dunque la festa dei serpari, durante la quale una statua del santo viene ricoperta da centinaia di serpenti dalla folla.
Una pioggia di serpenti: quando si festeggia l’evento dedicato a San Domenico
Le radici di questa usanza affondano nel lontano passato: dal 2010 la festa dei serpari si svolge il primo maggio, ma prima di allora veniva festeggiata il primo giovedì del mese di maggio. Si pensa che in origine il rito fosse di venerazione nei confronti della dea pagana Angizia. In tempi remoti la dea, venerata dall’antica popolazione italica dei Marsi, era proprio la protettrice dai veleni dei serpenti. All’arrivo di San Domenico a Cocullo si pensa che i locali abbiano associato il suo dente a quello velenoso dei serpenti, collegandolo così al vecchio culto pagano e trasformando la festa in suo onore.
Per chi fosse preoccupato per i serpenti, tranquilli. Loro sono i co-protagonisti della festa e come tali vengono trattati. Alla fine di marzo i serpari si recano in montagna in cerca di serpenti e ne catturano a centinaia. Gli esemplari vengono custoditi con molta cura all’interno di scatole di legno per 15-20 giorni e vengono nutriti con topi vivi e uova sode. Una volta finita la festa, i rettili vengono rilasciati nel loro habitat naturale e continuano così la loro vita, fino alla prossima festa dei serpari.