Al Museo abruzzese c’è una meraviglia ottocentesca tutta da scoprire: ecco di che cosa si tratta e in cosa consiste esattamente.
L’Italia è un Paese davvero poliedrico, in cui il mix di tradizioni esistenti è così ricco e variegato, da costituire un tessuto culturale davvero importante.
Chi visita il nostro Paese per la prima volta, in effetti, rimane davvero sbalordito dalla diversità esistente tra le varie regioni. Ci si aspetterebbe, infatti, un popolo che abbia una tradizione comune e una storia comune alle spalle. Seppur questo in parte sia vero, c’è anche un aspetto di unicità e rarità che caratterizza ogni territorio. La verità è che le distinzioni non vi sono solamente a livello regionale, ma anche di Paese in Paese.
Sono tantissimi i modi di dire, le tradizioni culinarie, i diversi dialetti che rendono unico ogni territorio della nostra penisola. Probabilmente proprio questo mix culturale è un fattore vincente per la capacità di integrarsi, che è tipica del popolo italiano.
In particolar modo, i frutti di tutte queste tradizioni, possono essere apprezzati nei diversi musei d’Italia. In Abruzzo, ad esempio, possiamo ammirare quelli che vengono definiti “imparaticci”, vere e proprie opere d’arte, che raccontano le tradizioni dell’ottocento.
Visitare un museo è sempre un’esperienza impareggiabile, in cui si possono ammirare da vicino opere, la gran parte delle volte frutto di movimenti e tradizioni di un determinato periodo storico. Al museo abruzzese, si possono ammirare delle opere tradizionali dell’ottocento, chiamate “imparaticci”.
Si tratta di opere che, oltre a essere presenti al museo, si trovano anche nelle case, come vere e proprie testimonianze di un’epoca passata, ricca di tradizioni. Gli “imparaticci”, in verità, appartengono a tutte le culture e si tratta di una tradizione che ha avuto inizio a partire dal II secolo avanti Cristo.
La funzione di quest’opera era duplice: da un lato didattica, in modo tale da permettere alle donne di apprendere l’arte e la tecnica del ricamo, dall’altro quello di testimoniare la bravura della persona. La gran parte di queste realizzazioni prevedeva di ricamare le lettere dell’alfabeto su un pezzo di tessuto per esercitarsi. È il caso di un reperto del 1882, in cui si mostra come la persona che ha realizzato l’imparaticcio fosse in grado di poter ricamare tutte le tipologie di caratteri, e di eseguirle in modo eccellente.
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