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Santa Maria Maggiore
Ai piedi delle Maiella, sul versante orientale, si trova un paese dalla storia molto antica e ricca di avvenimenti, Guardiagrele. Qui, molto prima della nascita di Cristo, le tribù italiche dalle quali sarebbe poi nata la città di Chieti, stabilirono importanti villaggi, conquistati poi dai romani e sviluppatisi in epoca medievale e rinascimentale. Nonostante i secoli trascorsi, del suo passato il paese conserva numerose testimonianze tra le quali un vero capolavoro dell’architettura sacra: la chiesa di Santa Maria Maggiore.
Esterno e facciata
Al di là di una tradizione locale che vorrebbe far risalire la fondazione della chiesa addirittura al 430 d. C., costruita sui resti di un tempio pagano, le vicissitudini architettoniche di Santa Maria Maggiore trovano le proprie origini più documentate tra il X e il XII secolo, e proseguono nel corso del Duecento e del Trecento. Testimonianza forte della sua storia più antica è data dalla particolarità della facciata, che salta subito agli occhi del visitatore quando se la vede spuntare improvvisamente tra le case del centro. Ha infatti una forma davvero inconsueta, con una struttura centrale a torre che serve anche come campanile, importata probabilmente dalla tradizione francese dei monaci Cluniacensi, dove questa soluzione era invece abbastanza diffusa. A questa prima fase costruttiva fanno riferimento le due date del 1133 e del 1150 incise sulle pietre della facciata; furono lette e riportate nei suoi scritti dallo storico settecentesco Antonio Ludovico Antinori, ma oggi sono purtroppo sparite. La facciata offre il bel portale trecentesco col l’arco a sesto acuto e, nella lunetta, una scultura del Quattrocento che raffigura l’Incoronazione della Vergine; al di sopra una finestra del tipo detto monofora (ossia con una sola apertura) decorata con un raffinato gioco di traforo della pietra. Le due piccole teste, una maschile ed una femminile, che si vedono oggi furono aggiunte nel Quattrocento.
Facciata
Portale Sui fianchi della chiesa si aprono due porticati. Quello di sinistra, in parte ricostruito e liberato dalle case che vi si erano aggiunte nei secoli, porta all’ingresso dell’ex cappella della Madonna del Popolo, con il suo bel portale tardo-rinascimentale. Lungo il portico si trova un’edicola interamente decorata a stucchi che circonda, come fosse una cornice, l’affresco della Madonna del Latte di un ignoto artista quattrocentesco. Sotto il portico che corre invece lungo il lato opposto, con alte colonne coperte da un tetto in travi di legno, si trova un altro portale rinascimentale datato 1578. Poco oltre, incastonati nella parete, lo stemma della città e gli emblemi delle maggiori famiglie gentilizie di Guardiagrele che qui vennero murati nel 1884 per non disperderli. Ma la presenza che più stupisce è quella, all’inizio del porticato, della grande figura affrescata di San Cristoforo, opera del più importante pittore del Quattrocento abruzzese, Andrea Delitio. Oltre alle impressionanti dimensioni, questo è l’unico dipinto firmato dall’artista e datato 1473.
Interno
Entrando in Santa Maria si noterà come l’interno abbia un aspetto completamente diverso dall’esterno, frutto delle radicali trasformazioni barocche seguite al rovinoso terremoto dei primi anni del Settecento. Uno degli effetti principali di tali trasformazioni, dal punto di vista della struttura architettonica, si vede nella presenza di un unico spazio rialzato, cui si accede con una scalinata centrale. Lungo le due pareti si alternano quattro altari in stucco per lato. Tra i dipinti che li impreziosiscono va notata la Sepoltura di Cristo del pittore seicentesco ferrarese Giuseppe Lamberti, che in Abruzzo lavorò anche a Lanciano, Ortona e Penne.
Altare di destra Nell’ultimo altare di destra si ammira una singolare quanto inusuale opera di scultura frutto di un eclettico assemblaggio di pezzi di varia provenienza: una specie di tabernacolo in pietra scolpita e dipinta. Nella parte bassa ha una decorazione con elementi vegetali del Duecento e in quella alta due angeli del Quattrocento che reggono un stemma. Al centro uno sportello in ferro protegge l’interno decorato con una composizione di riquadri a bassorilievo: una figura femminile centrale che può essere pensata come l’Assunta e due riquadri con una scena pastorale e, forse, la scena biblica di Adamo ed Eva.
Fotografie di Santa Maria Maggiore
Museo diocesano di Arte Sacra
Interno della sala 1 del museo Nella cripta è stato allestito un piccolo interessante Museo Diocesano, che raccoglie vari oggetti d’arte del tesoro della chiesa, tra i quali si segnala una statua quattrocentesca in legno conosciuta come la Madonna dell’aiuto, ma soprattutto i frammenti di una croce processionale d’argento del celebre scultore orafo del Quattrocento Nicola da Guardiagrele, firmata e datata 1431. La croce venne rubata anni fa, smembrata e immessa sul mercato antiquario clandestino per essere venduta a pezzi, e solo alcuni sono stati recuperati.
Fotografie del Museo Diocesano
Nei dintorni
La visita a Guardiagrele può proseguire con la chiesa di San Francesco, nel cui convento dal bel chiostro si trovano oggi il Municipio e un interessante Museo delle Tradizioni. La struttura della chiesa risale alla prima metà del XV secolo, ma venne modificata internamente in stile barocco nel 1736, pur conservando il portale centrale di epoca medioevale. Quello laterale, molto bello, proviene invece da Santa Maria Maggiore. Si conservano poi in paese una bella torre, nel parco, e una suggestiva porta d’ingresso, dove si trovano anche le botteghe artigiane del ferro battuto, una tradizione locale molto nota.