Frazioni e località
Bivio Castelli, Bivio San Nicola, Camiscione, Cardarelli, Chioviano, Ciariscelli, Falone, La Carpenta, Mascimantonio, Mongoni, Pellicianetti, Piano Grande, Popò, Rufiano, San Martino, San Nicola, Scarscinetti, Scipione, Tingoli, Troiano, Venditti
Dati e curiosità
altitudine: 274 m
superficie: 30.9 km quadrati
nome degli abitanti: bisentini
Origine del nome
Forse in origine il suo nome fu Bisentum, di romane origini come testimonierebbe il ritrovamento di reperti archeologici del VI secolo a.C.. Circondata da una corona di colline che per la morfologia territoriale che non lascia allo sguardo larghe vedute d’orizzonti, Bisenti, è oggi un piccolo paese di quasi 2000 anime che sorge su una piccola altura del fiume Fino. Molti ritengono che il suo nome derivi dal latino Visentius, nella sua forma al locativo Visenti. Altre fonti forniscono un percorso ben più articolato di questo nome, passando tra deformazioni e trasformazioni: si va dai trascritti parrocchiali che citano Bisentum (ossia “castello due volte venduto”), a Bisemptum (castello tra due fiumi), passando per l’elenco feudale normanno Bisanta e, in una bolla di Alessandro III del 1176, Bifenum, tributaria dell’Abbazia di Montecassino; fino ad arrivare alla divisione di Carlo I d’Angiò in cui figurava Bisentum, che diventa Brisenti, poi Basento, cambiando in Bisento.
Storia
1273 – Carlo I d’Angiò, costituendo il giustizierato di Abruzzo, include anche “Bisentum” 1275 – gli Acquaviva detengono metà del castello di “Bisenti”, l’altra metà viene attribuita a Fortebraccio di Romania
1290 – Matteo, figlio del defunto Gualtiero d’Acquaviva ottiene l’investitura di Bisenti, fino allora divisa tra gli stessi Acquaviva e Fortebraccio
1343 – il milite Bartolomeo di Bisenti si vede confermate da Roberto d’Angiò le concessioni sulle rendite di Acquaviva e di Poggio Rattieri, già concesse nel 1340. Lo stesso re Roberto manifestava una certa predilezione per quest’uomo, professore di medicina con alti meriti nell’ambito della cultura. Durante la sua permanenza alla corte angioina Bartolomeo de Bisento conosce addirittura Boccaccio e Petrarca.
Circa 1445 – Micheletto degli Attendoli, al servizio di Renato d’Angiò, occupa Bisento
1462 – alla fine di un periodo di conflitti, Giulio Antonio d’Acquaviva eredita i diritti del possedimento di Bisenti, passandoli al figlio come eredità
1558 – il dominio passa ai Majorano
metà del 1700 – il dominio delle terre di Bisenti torna agli Acquaviva
1760 – subentra l’amministrazione del governatore Giuseppe Sebastiani di Cermignano. In questo periodo nasce l’Amministrazione comunale
agosto 1806 – viene abolita di fatto la feudalità
Da visitare
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
La chiesa di Santa Maria degli Angeli è inclusa tra le basiliche abruzzesi; fu modificata e rinnovata nelle forme tra il 1776 e il 1796 dall’architetto Giovanni Fontana di Penne, con un lavoro che conferì ad un piccolo centro qual’era, e qual’è tuttora Bisenti, un tesoro monumentale. A lato, imponente e dominante, svetta il campanile che sembra proteggere le case del borgo; sul fianco sinistro si scorge un rosone in pietra che potrebbe essere traccia di una chiesa originaria, più antica, risalente forse al XV secolo. L’interno, a navata unica, è decorato da archi, lesene e cornici, ma soprattutto impreziosito dal soffitto decorato con tre grandi affreschi, racchiusi in altrettanti medaglioni di forma ellittica, che raffigurano episodi biblici. Sono attribuiti alla bottega di Giacinto Diano, mentre a uno dei suoi aiuti, tal Giovannangelo Ronzi, si attribuisce la pala d’altare con l’”assunzione della Vergine”: vi si vede Mosè che fa sgorgare l’acqua dalla roccia, Ester ed Assuero, ed Eliodoro cacciato dal tempio della Città Santa. Analizzando l’ultima scena si nota una visione tecnica diversa, quasi contraria rispetto alle altre due; si coglie un deciso calo della qualità, soprattutto nella collocazione sconclusionata e disancorata delle raffigurazioni, con una certa “sciatteria” nei confronti di alcuni particolari. Nella scena centrale Ester implora Serse, re dei Persiani, di risparmiare la persecuzione al suo popolo; il Diano, rispetto a quello fatto per il duomo di Lanciano, dona a questo dipinto bastante prestigio. Nell’ultimo si esibisce una decorosità di qualità quasi massima, di cui si apprezzano i valori formali; per il senso di movimento che dà, deve essere notata la particolarità della citazione del corno anguiforme, suonato da Mosè per chiamare a raccolta il suo popolo disperso. All’interno della chiesa è conservata una preziosa statua in terracotta della “Madonna con Bambino in adorazione”, pregevole opera di Giovan Francesco Gagliardelli. Alla seconda metà del Cinquecento risale la croce processionale in argento, mentre l’organo è datato 1800-1801, ad opera di Giovanni Gennari da Rovigo.
Altri elementi di interesse
Chiesa di San Pietro (foto qui sotto), situata nella omonima contrada e oggi purtroppo in cattivo stato di conservazione.
Chiesetta quattrocentesca di Sant’Antonio Abate
In paese, nella piazza principale, restano ancora ben visibili gli archi di antichi loggiati (foto qui sotto).
Delle tre torri che, assieme al castello, figurano oggi nello stemma del paese, ne rimane solo una (nella foto sotto), posizionata sul piazzaletto del belvedere; del castello non restano tracce.
Nella piazza Vittorio Emanuele III si trova la quattrocentesca casa badiale dei Celestini, dove un rilievo con simbolo araldico incastonato sulla facciata mostra la data del 1479.
Il centro storico è poi ancora oggi caratterizzato da strette vie e singolari piazzette, vero fulcro della vita sociale in paese.
Una leggenda che non va trascurata, anche se neppure presa troppo sul serio vista la mancanza di prove storiche a supporto, è quella che vorrebbe a Bisenti la casa natale di Ponzio Pilato. Attualmente essa viene identificata in un edificio di evidentiantiche origini, ma che sembrerebbe essere medievale. Nella foto che segue se ne osserva il portico.
Sul lato sud del borgo, con accesso da una rampa lungo la circonvallazione, si trova una imponente fontana monumentale (foto qui sotto), restaurata negli anni ’90.
Immagini
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Articoli culturali
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Produzioni tipiche
Tatù, dolce tipico del paese
Montonico, vino bianco specifico di questa località, dal quale si ricava anche uno spumante
Rilevanti inoltre la “Ciavarra al guazzetto“, un secondo a base di pecora, i “Maccheroni alla Mulinara“, forma tipica locale di pasta fatta in casa, e la produzione di formaggio Pecorino
Eventi
Mercoledi di Pasqua
Tradizione della consegna della chiave del tabernacolo a un bambino, che la conserva fino alla Domenica di Pasqua
Ricettività
Ristoranti
Ristorante L’AMICIZIA
Pizzerie
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Agriturismo
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Informazioni turistiche
Comune
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