Mauro Corona, che ama mostrarsi come un uomo difficile a commuoversi, posto di fronte a una storia tragica, non ha retto al dolore.
Sembra che nulla possa offenderlo o scandalizzarlo, perché nella vita ne ha viste di tutti i colori… E proprio questa sua aria da ribelle, dallo sguardo sempre aspro e con la battuta burbera sempre pronta a uscirgli dalle labbra, lo ha reso un personaggio a suo modo iconico. Senza i collegamenti di Mauro Corona, È sempre Cartabianca, il talk di approfondimento politico condotto su Rete 4 da Bianca Berlinguer, perderebbe molto in termini di pathos e verve.
Di norma, Mauro Corona è il personaggio chiamato in causa per esternare pareri scomodi, da cui tutti si aspettano giudizi schietti e talvolta feroci. Lo scrittore, col suo spirito da impertinente selvaggio, critica spesso il mondo contemporaneo, con condanne generalizzate alla vita, alla politica e allo stato morale dell’intero Paese. Il poeta e scultore trentino è un tipo diretto, spesso scontroso, anche se in tanti telespettatori si sono accorti da tempo che la spigolosità di Corona è solo apparente.
Dietro la scorza dura da montanaro, si nasconde un uomo assai sensibile. Non a caso, Mauro Corona nasce come un poeta. E ha sempre mostrato di essere un uomo intransigente solo perché animato da un profondo rispetto nei confronti della vita e della natura.
Proprio questi suoi valori così forti lo hanno portato spesso a eccedere con esternazioni troppo forti o indignate. Nell’ultima puntata di È sempre Cartabianca, però, Mauro si è lasciato andare a una manifestazione tangibile di dolore. Corona è apparso realmente scosso quando è stato chiamato a intervenire sul tragico caso di Satnam Singh, il bracciante indiano di trentuno anni morto dopo essersi tranciato un braccio mentre lavorava nei campi in provincia di Latina. Un uomo abbandonato a morire lì senza soccorso, perché lavoratore in nero.
“Questo non è sfruttamento della manodopera, è schiavitù“, ha dichiarato Mauro Corona. Dopodiché il poeta ha spiegato che la morte del povero Satnam va considerata un fallimento per l’Italia intera. A colpire lo scrittore è stato il fatto che subito dopo il grave incidente, l’uomo non sia stato soccorso ma lasciato davanti a casa sua, sanguinante e agonizzante.
“La scena più orrenda” ha proseguito lo scrittore, “è questo braccio nella cassetta della frutta… Che pena si può dare a questo? Però ci sono i cavilli, la legge italiana è piena di scappatoie, di cavilli…“. Lo scrittore ha dichiarato che è assurdo morire così nel 2024: “Questa è barbarie“. Anche la Berlinguer ha rivelato di essere indignata tanto quanto Corona. Ed entrambi si sono rammaricati del fatto che il ragazzo poteva essere salvato o almeno sostenuto durante le atroci sofferenze che lo hanno accompagnato alla morte.
Corona si è detto profondamente addolorato e ha puntato il dito non solo contro il datore di lavoro, Antonello Lovato, ma contro tutta l’Italia che tollera simili situazioni. Anche Oscar Farinetti, ospite del talk, si è detto scandalizzato: “Come si fa ad abbandonare un uomo come il bracciante indiano mutilato? Chi ha fatto questo è un vigliacco“.
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