A quindici dal terribile terremoto che sconvolse la città di L’Aquila e l’Abruzzo tutto, arriva il racconto della ricostruzione grazie a una mostra a Bruxelles.
L’Abruzzo è una terra che da sempre, sprigiona forza, coraggio e resilienza. Una terra che, nonostante sia stata vessata da indicibili problematiche negli anni, ha sempre trovato la forza di rialzarsi. Uno degli eventi della storia moderna, che hanno per sempre segnato la memoria di ogni abruzzese, è sicuramente il terremoto che sconvolse la città di L’Aquila e frazioni limitrofe, portando morte e devastazione.
Le reazioni dell’Italia intera furono di estrema solidarietà con la popolazione aquilana, portando a una serie di raccolte fondi, eventi benefici e sforzi politici affinché la città e i suoi abitanti potessero tornare, quanto prima, alla normalità apparentemente perduta. A distanza di quindici anni, è giunto il momento di tirare le somme dei lavori che sono stati svolti per la ricostruzione di L’Aquila e per farlo, è stata istituita una mostra a Bruxelles.
La mostra
A Bruxelles, nella sede istituzionale della Regione Abruzzo, è stata allestita una mostra itinerante che servirà proprio a mantenere viva la memoria del tragico terremoto che colpi l’Abruzzo nel 2009 e per illustrare, nel dettaglio, quali siano stati i lavori e i processi che sono stati portati avanti in questi quindici anni dall’evento. La mostra prende il nome di “2009-2024: Quindici Anni dal Sisma in Abruzzo”.
La mostra è stata voluta e organizzata dalla Regione Abruzzo in collaborazione con i Comuni e gli Uffici Speciali per la Ricostruzione, USRA e USRC. La finalità è quella di illustrare, grazie all’ausilio di foto e video, lo stato della ricostruzione del Comune di L’Aquila e dei Comuni del cratere sismico. Grazie ai supporti visivi, sono stati mostrati alcuni degli edifici più significativi dal punto di vista storico, artistico e culturale, ponendo l’accento su come apparissero prima e dopo i lavoro di riparazione o ricostruzione.
L’ingegner Raffaello Fico, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del Cratere, ha spiegato che:”La mostra valorizza il lavoro fatto in questi 15 anni” e ha voluto sottolineare come la sola istituzione della mostra:”testimonia il molto lavoro svolto e quanto c’è ancora da fare”. Proprio sul lavoro che rimane da fare, si concentra il resto del suo intervento dato che, come viene precisato, non tutti i Comuni si trovano nelle stesse condizioni.
Gli fa eco l’ingegner Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione dell’Aquila, che ha aggiunto riguardo alla mostra:”A Bruxelles c’è stato molto interesse per il racconto del lavoro fatto” e sulla situazione delle ricostruzioni ha affermato:”Iniziare a parlare di ricostruzione sociale vuol dire che la ricostruzione fisica è già a buon punto, al di là delle criticità e dei ritardi.