Quante volte, parlando di Anversa degli Abruzzi, il vostro interlocutore si è ritrovato a pensare che parlaste della celebre città belga? Questo è quello che è successo a Paola Cortellesi nel film “Scusate se esisto”.
Abruzzo e arte sono concetti che vanno incredibilmente d’accordo. Sono tanti i contributi artistici, a livello nazionale e internazionale, che dell’Abruzzo hanno fatto un po’ la giusta cornice in cui raccontare determinate vicende. Ovviamente, in un paese come l’Italia, dalla spiccata tradizione cinematografica, non potevano mancare dei contributi, fossero anche solo degli accenni, che aiutassero però indirettamente a valorizzare diverse zone della Regione.
E quando si parla di cinema italiano, uno stilema che spesso è stato utilizzato e che ancora oggi la fa padrone, soprattutto tra le commedie dedicate a tutta la famiglia, è quello dell’equivoco. La commedia dell’equivoco è un grande marchio italiano che continua a ricorrere. Lo sa bene Paola Cortellesi che, affiancata da Raoul Bova, ha reso l’equivoco un modo per raccontare una località che a molti potrebbe sfuggire: Anversa degli Abruzzi.
La splendida Anversa degli Abruzzi
Il film “Scusate se esisto” del 2014, con la regia di Riccardo Milani, racconta una storia pregna di significato, in grado di rappresentare con leggerezza una problematica sociale estremamente presente ancora oggi in diverse realtà. Una Paola Cortellesi in stato di grazia, interpreta un architetto abruzzese che, in quanto donna, faticherà a essere ascoltata dai suoi colleghi. Deciderà dunque di utilizzare Raoul Bova come “tramite”, affinché le geniali idee d’architettura potessero arrivare all’attenzione dei piani alti, grazie alla voce di un uomo.
E se è vero che il film serve a raccontare una situazione di estrema ingiustizia sociale, che affonda le sue radici in una storia realmente verificatasi, è anche vero che si tratta pur sempre di una brillante commedia che sfrutta vari escamotage per generare la risata nello spettatore. Una di queste battute riguarda proprio Anversa degli Abruzzi, il piccolo paesino di circa 300 anime, in provincia di L’Aquila.
Una delle gag che più volte ricorrono, per l’intera durata della pellicola, riguarda proprio la provenienza della protagonista che viene scambiata più volte, anche dal personaggio di Raoul Bova per la più famosa Anversa, città del Belgio. Si tratta però, di una grande lettera d’amore al paesino abruzzese, per raccontarne tutti gli aspetti più folkloristici.
Il regista Riccardo Milani inoltre, negli anni, è tornato più volte a raccontare scorci d’Abruzzo tra i più ameni e sconosciuti alla massa. L’ultimo esempio proprio nel 2024 con il film “Un Mondo a Parte”, ambientato tra Pescasseroli e Opi.