Napoli-Inter e le polemiche infinite sull’arbitraggio di Rapuano: il commento che fa infuriare ulteriormente la bufera
Si parlerà ancora a lungo, inevitabilmente, dell’arbitraggio di Rapuano in Napoli-Inter, finale di Supercoppa italiana. Una partita segnata dalle decisioni del direttore di gara incoerenti tra l’inizio e la prosecuzione della gara. A farne le spese gli azzurri, con l’espulsione di Simeone che grida vendetta.
Primo giallo per l’attaccante argentino troppo severo, mentre nel primo tempo il direttore di gara non aveva sanzionato falli molto più duri specialmente per quanto riguarda l’Inter e Calhanoglu. Il tutto ha scatenato le proteste del Napoli, ma ha anche acceso i riflettori sul mondo arbitrale e su una situazione che appare preoccupante quanto a preparazione dei nostri fischietti e su pesanti intrighi politici. Anche alla luce del servizio andato in onda a ‘Le Iene’, in cui un arbitro in attività, la cui identità è rimasta segreta, ha scoperchiato il vaso di Pandora su diverse ‘anomalie’ del sistema.
Rincara la dose in questo senso l’ex arbitro Gianluca Paparesta, che mette sotto accusa l’arbitraggio di Rapuano ma soprattutto la scelta del designatore Gianluca Rocchi. Un azzardo troppo grande, spiega.
Intervenuto a ‘Marte Sport Live’, Paparesta ha constatato, come altri commentatori prima di lui, l’inesperienza di Rapuano a questi livelli: “Non so se fosse giusto fargli arbitrale la finale di Supercoppa con appena trentasei gare in Serie A – ha dichiarato – Rocchi forse voleva dimostrare che c’è una nuova classe arbitrale che è capace di dirigere partite di cartello, ma alla luce dei fatti si è rivelata una scelta incomprensibile e sbagliata. Quello di Rapuano è stato un arbitraggio inadeguato, non si possono usare due metri di giudizio diversi a gara in corso“.
Il parere dell’ex fischietto è netto sugli episodi più contestati: “Calhanoglu meritava l’ammonizione ben prima, il primo giallo di Simeone non c’era. Ma la colpa non è di Rapuano, non era pronto a dirigere una partita del genere. La colpa maggiore è di Rocchi“.
Proprio sul designatore e sullo stato della classe arbitrale, Paparesta lancia allarmi ancora maggiori: “Con una scelta simile il designatore si sta giocando tutto. Non sono ammesse sperimentazioni in casi di gare viste in tutto il mondo, bisogna affidarsi alle certezze. Rocchi ha peccato di eccessiva sicurezza e in questo momento – ha sottolineato Paparesta – le tensioni nel mondo arbitrale sono già notevoli. Tra un anno si vota, la situazione ai vertici Aia è irrespirabile e le regole elettorali non aiutano. Le questioni da affrontare e risolvere sono tante, a ogni errore si rischia tantissimo: il sistema non è credibile“.
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