San Giovanni ad Insulam o “al Mavone”
La cornice paesaggistica in cui si inserisce Isola del Gran Sasso è tra le più suggestive d’Abruzzo, con lo scenario delle maestose montagne che le fa da sfondo, le cime del Corno Piccolo e del Corno Grande da un lato, i monti Camicia e Prena dall’altro. A sua volta dominatrice sul fiume Mavone, Isola non è soltanto un punto di partenza per belle escursioni al Gran Sasso, ma nasconde tra le sue vie e le sue contrade interessanti meraviglie d’arte come la chiesa medievale di San Giovanni ad Insulam.
Esterno e facciata
Lasciata Isola, si prosegue in direzione di Roseto e, superato il bivio che porterebbe a Castelli, dopo un km sulla sinistra lo sguardo viene catturato dal massiccio profilo della chiesa di San Giovanni ad Insulam, detta anche al Mavone, autentico capolavoro dell’architettura romanica abruzzese. Venne costruita più o meno nello stesso periodo della vicina Santa Maria di Ronzano, ossia nella prima metà del XII secolo, e già in alcuni documenti del 1183 e del 1184 risulta di godere di grande importanza. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio davanti al ristorante (dove chiedere le chiavi della chiesa), si salgono a piedi pochi gradini per trovarsela davanti nella sua fascinosa semplicità. Gli stipiti del portale sono cesellati con decorazioni a bassorilievo che raffigurano animali reali, quali leoni e colombe, ma anche fantastici come i draghi, tipici dell’immaginario medievale. Il leone è molto simile ai due del portale destro di San Liberatore a Serramonacesca. La facciata era in origine molto semplice; e il campanile dalla curiosa forma detta a vela è un’aggiunta successiva.
Interno
Interno
Cripta
L’interno è a tre navate, separate da sei arcate per lato, con una sola abside in fondo dietro l’altare. Appena entrati si resta colpiti dalla complessa struttura interna e dalla varietà di forme, che ne svela una storia edilizia complicata e articolata. Quest’ impressione è aumentata dall’effetto ottico dei pavimenti su vari livelli, addirittura con una scalinata a metà della navata centrale. Tutto questo testimonia di come la costruzione della chiesa dovette protrarsi a lungo e con fasi alterne. In realtà il primo nucleo fu la cripta, che occupa più di metà della superficie della chiesa ed è molto suggestiva con le sue colonne e le sue volte; in un secondo momento, sicuramente più prospero, i lavori furono completati alzando le mura fino al soffitto attuale. Anche le colonne sono molto diverse tra loro e spaziano, come forma, dalle cilindriche alle esagonali, fino ai pilastri rettangolari. La volta dell’abside ospita un affresco del Quattrocento che mostra il Cristo nella mandorla tra la Vergine e San Giovanni Battista con Gesù bambino.
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Nei dintorni
La visita può proseguire tornando indietro verso il paese e poi oltre, in direzione dell’autostrada, per raggiungere il famoso Santuario di San Gabriele, fondato da San Francesco ma rifatto nel Settecento e ricostruito nel 1934. È dedicato a San Gabriele dell’Addolorata, ovvero Francesco Possenti patrono dei giovani, morto nel 1862 e canonizzato nel 1920. Altrimenti si può salire a Castelli, paese celebre in tutto il mondo per la sua ceramica d’arte. Le sue botteghe sono diffuse ovunque sul suo territorio, addirittura le prime si trovano proprio al bivio nei pressi di San Giovanni ad Insulam.
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