Alla scoperta di Scanno, conosciuta anche come la città dei fotografi. Ecco il perché di questa definizione che rende unica la cittadina in provincia di L’Aquila.
Sono tante in Abruzzo le attrazioni che permettono ai turisti di vivere esperienze uniche, risultando adatte per ogni tipo di visitatore, da chi ama il cibo a chi ricerca i migliori paesaggi e scorci. Se siete in procinto di visitare l’Abruzzo e siete appassionati di fotografia, c’è una meta che fa sicuramente al caso vostro e che vi permetterà di immergervi in un inusuale pezzo di storia della Regione: parliamo di Scanno, in provincia di L’Aquila.
Potrebbe trattarsi di una località che, magari, potrebbe non far suonare alcun campanello in chi ne sente parlare per la prima volta. Nonostante ciò, Scanno rientra nella lista dei borghi più belli d’Italia ed è famosa per i costumi tipici femminili ma non è questo il motivo per cui ne parliamo. La cittadina dell’aquilano infatti, nel corso del XX secolo è stata approcciata da alcuni tra i più famosi e importanti fotografi del mondo, per essere studiata.
Ecco chi l’ha studiata
Scanno, cittadina dell’aquilano, è nota come la “città dei fotografi”. Questo perché, grazie alle meraviglie paesaggistiche e ai biomi che riesce a proporre, oltre alle magnifiche strutture e strade di schiatta medievale, il tutto nella splendida cornice naturale dei monti del Parco Nazionale d’Abruzzo, si è rivelata la perfetta “modella” per diversi obiettivi di alcuni dei maggiori professionisti al mondo.
Fotografi italiani e stranieri che, negli anni, hanno voluto lasciare dei ricordi di usi, costumi, tradizioni di un borgo unico nel suo genere. Tante le foto delle donne di Scanno ritratte tra i suggestivi scorci durante le loro attività quotidiane. Tra i fotografi che hanno contributo a questa inusuale nomea bisogna sicuramente ricordare Henri Cartier-Bresson, Hilde Lotz-Bauer e l’italiano Mario Giacomelli.
Uno degli scatti più celebri, risalente al 1957 e che ha letteralmente fatto il giro del mondo, fino a essere esposto ancora oggi al Museo d’Arte Moderna di New York (MoMA) è quello di Giacomelli, conosciuto come “il Bambino di Scanno”, un incredibile gioco di fuochi e contrasti, in cui tra le diverse donne presenti nell’immagine, spicca invece proprio un bambino che, con noncuranza e mani in tasca, regala alla foto un’aria surreale unica.
E più o meno allo stesso periodo risalgono gli scatti di Cartier-Bresson e Lotz-Bauer, i cui scatti delle meraviglie del borgo medievale hanno fatto il giro del mondo, venendo esposti in varie mostre internazionali. Mentre Cartier-Bresson focalizzò la sua attenzione sulle tradizioni e sull’aspetto paesaggistico, Lotz-Bauer si concentrò maggiormente nel ritrarre le donne di Scanno, in ogni momento delle loro giornate.