La liquirizia, uno di quei prodotti di cui l’Abruzzo è ricco e che chiunque impara a conoscere sin da piccolo. Ma siete sicuri di sapere tutti i metodi in cui viene impiegata?
L’Abruzzo è una terra che sa come farsi gustare. Di prodotti che meritano una certa attenzione, ce ne sono davvero tanti, così da rendere la Regione un porto sicuro per chiunque ricerchi una vacanza all’insegna della scoperta culinaria, tra piatti caldi, freddi, salati, dolci, cotti, crudi e chi più ne ha più ne metta. C’è però un ingrediente che in molti conoscono, ma che in Abruzzo viene usato in tutte le maniere possibili: la liquirizia.
Se si parla di liquirizia in Abruzzo, il luogo che verrà in mente sarà sempre e solo uno: Atri. La liquirizia di Atri, provincia di Teramo, è un prodotto agroalimentare tra i più antichi della Regione dato che, secondo varie fonti, la sua coltivazione sarebbe iniziata già quando i primi insediamenti romani approdarono in Abruzzo. I metodi per sfruttare il prodotto sono tanti e vari.
La liquirizia di Atri
Per chiunque voglia avventurarsi in un tour enogastronomico dell’Abruzzo e dovesse giungere in quel di Atri, in provincia di Teramo, sarà d’obbligo rifarsi la bocca con uno dei prodotti che hanno reso grande questa città, grazie a dei produttori che ci hanno sempre creduto: la liquirizia. La diffusione ad Atri è dovuta si alla buona volontà dei coltivatori ma anche alle condizioni naturali del terreno.
Il terreno argilloso, di quello spazio di terra compreso tra Teramo e Pescara, ha permesso l’ottima resa delle piante di liquirizia e tutto lo sviluppo di attività collaterali legate a questa radice. Nel corso del XIX secolo poi, vi fu una forte ascesa della liquirizia abruzzese, per via dell’ambizione regionale di affermarsi nel panorama dolciario italiano.
E proprio nella prima metà del XIX secolo, nasce una delle produzioni che, ancora oggi, viene associata immediatamente alla liquirizia di Atri: La liquirizia Menozzi De Rosa 1836. A dare il via alle danze fu colui che oggi, viene considerato un pioniere dell’utilizzo della liquirizia nella pasticceria ovvero il cavalier De Rosa la cui eredità venne raccolta da Aurelio Menozzi, che nel 1950 fonda l’azienda.
La produzione di liquirizia ad Atri dunque, ha ormai raggiunto dei picchi molto importanti, grazie anche alle tante idee che sono state riversate, allargando il panorama d’utilizzo della liquirizia che, se prima si prestava ai classici tronchetti Tabù, a caramelle o confetti ripieni, da qualche anno viene impiegata anche in prodotti più particolari come il liquore alla liquirizia, un sapore deciso e avvolgente.