La leggendaria spada nella roccia si trova in Abruzzo? L’incredibile scoperta che potreste fare visitando i boschi del teramano. Ecco il suo significato.
Ci sono storie che sono ormai estremamente radicate, quei racconti che ancora oggi, dopo secoli, riescono a rappresentare degli archetipi sicuri in cui rifugiarsi riuscendo a trovarvi dei gradevoli angoli di significato, in grado di ricondurci con la mente a quella prima volta in cui, seduti sulle gambe di un genitore o di un nonno, sentimmo per la prima volta quella storia. Un esempio, che ancora oggi riecheggia, è quella della spada nella roccia.
Una leggenda, quella della spada incastonata in un grosso masso roccioso, che viene ricondotta al ciclo arturiano: la storia di Re Artù, l’unico uomo in grado di provare il suo valore, estraendo la spada e guadagnando il diritto di regnare, attorniato da personaggi che hanno aiutato a definire un immaginario come Ginevra, Lancillotto e Merlino. E se la spada nella roccia esistesse davvero e si trovasse in Abruzzo?
Ecco la verità
La spada nella roccia si trova in Abruzzo? La risposta potrebbe sicuramente stupirvi. Ovviamente, qui non si parla di leggende, di draghi, cavalieri, regni e re. La storia che viene raccontata è ambientata in Abruzzo, nel bosco poco sopra Castelli in provincia di Teramo, sulla strada verso Rigopiano (SP 37). E proprio qui, addentrandosi, si riuscirà a scorgere proprio ciò, la spada nella roccia.
E non v’è alcuna metafora nel racconto, si tratta di una vera e propria spada di metallo incastonata tra due grosse rocce che la tengono stretta ed eretta. Tanti i visitatori che, anche senza saperlo, si ritrovano ad ammirarla, restando affascinati da tutto quello che un oggetto del genere può rievocare nell’animo di ognuno. Ma dietro questa spada nella roccia, non c’è alcun mistero né leggenda.
Si tratta infatti di un memoriale eretto per ricordare un fatto tragico avvenuto nel 1994: era il 6 aprile quando il Tenente Pilota Marco Adinolfi decollò dalla base di Istrana a bordo di un cacciabombardiere AMX, per quello che sarebbe stato il suo ultimo volo. Si schiantò proprio lì, sulle pendici del Monte Camicia nel massiccio del Gran Sasso.
Gli amici, i compagni d’arme, decisero di rendergli omaggio erigendo il monumento memoriale: la spada conficcata nella roccia e una lettera in ottone, firmata dagli “amici del 99°” che, oltre alla scritta ‘Excalibur’, riporta una dedica all’amicizia e all’importanza di avere un amico al proprio fianco. Attorno alla spada, è normale trovare sempre dei fiori freschi, lasciati da ignoti visitatori.