Abruzzo, rinvenuta una importante testimonianza del passato. Tutti i dettagli dello scavo e cosa è stato riportato in auge dagli studiosi.
Le scoperte archeologiche svolgono un ruolo cruciale per quel che riguarda la comprensione delle antiche civiltà. Proprio attraverso gli studi e gli scavi è stato possibile venire in contatto con la quotidianità degli antenati; quelle che sono state le loro credenze, gli usi e i costumi.
Anche il più piccolo ritrovamento è di fondamentale importanza per arricchire la conoscenza storica: utensili primitivi, resti umani, manufatti, antiche strutture sono tutte testimonianze dell’eredità lasciata dai primi uomini.
Abruzzo, la statua del Guerriero di Capestrano: ecco dove è conservata
Come accennato precedentemente, l’archeologia e le conseguenti scoperte contribuiscono oltre modo a colmare le lacune del passato. Possono essere considerate al pari di una incommensurabile eredità. Studi e ricerche hanno consentito di fare in modo di conoscere epoche del passato, lingue in via distinzione, usi e costumi tradizionali.
In tal senso l’Italia, da nord a sud, si distingue per essere uno dei paesi con il maggior numero di testimonianze del passato. Nel corso dei secoli sono state riportate alla luce alcune delle più preziose scoperte al mondo. Basta citare Roma, Pompei, Firenze per avere una un quadro più completo di quanto appena affermato.
Oltre ai siti precedentemente citati, l’Italia è disseminata in ogni dove di luoghi di interesse e testimonianze archeologiche ancora in fase di scavo e studio. Una delle più importanti scoperte riguarda il Guerriero di Capestrano – una scultura in calcare da datata VI secolo a.C. rinvenuta in una necropoli nei pressi di Capestrano, provincia dell’Aquila.
La figura in questione rappresenta un guerriero appartenente al popolo italico ed è senza alcun dubbio una delle opere più significative presente sul territorio nazionale italiano. Attualmente è conservato presso il museo archeologico nazionale d’Abruzzo, mentre una copia è stata esposta al Castello Piccolomini di Capestrano.
Gli scavi risalgono al 1934 e la scoperta è avvenuta, come accade in molte circostanze, per un caso fortuito: un contadino, infatti, durante lavori al suo terreno si imbatte nelle gambe della scultura. Fu grazie dell’archeologo Giuseppe Moretti che si poté venire a contatto con la necropoli – che diede alla luce innumerevoli altre scoperte.
Per quanto riguarda la descrizione dell’opera, la statua raggiunge i 2 m d’altezza: si tratta di un uomo con braccia piegate sul petto e che veste abiti militari. La testa, in bici, è stata ricoperta da un elmo mentre sul torace è possibile notare la protezione dei dischi di corazzata. Inoltre, sul davanti sono visibili le armi quali la spada il pugnale. Il Guerriero di Capestrano è stato ritrovato in ottime condizioni, dando maggiore enfasi alle armi in modo tale tale da sottolineare il suo retaggio sociale.