Benvenuti nella nostra guida alla visita della Basilica di San Bernardino, a L’Aquila, capolavoro d’arte rinascimentale.
La Basilica di San Bernardino
L’Aquila è una delle più belle città del centro Italia grazie ai suoi numerosi monumenti medievali e rinascimentali, al suo centro storico assai ben conservato, alle tante piazze e fontane, al maestoso castello, ma soprattutto alle sue molte splendide chiese.
Le principali sono note a tutti, a iniziare dalla spettacolare Santa Maria di Collemaggio.
Il suo aspetto esteriore è parte integrante del paesaggio urbano ed è un immagine acquisita per tutti, che non riserva quindi più alcuna meraviglia.
Ben diverso è invece il discorso per quanto riguarda l’interno, i suoi tesori e anche la storia stessa della chiesa.
Pochi li conoscono, anche tra gli stessi aquilani, e la loro narrazione suscita emozione e stupore come, ad esempio, nel caso della splendida Basilica di San Bernardino.
Esterno di San Bernardino
La sua facciata rinascimentale, elegante e maestosa, spicca per il candore della pietra con grande effetto scenografico in cima alla salita di Via Fortebraccio.
La costruzione della basilica iniziò nel 1454, a soli quattro anni dalla canonizzazione di San Bernardino da Siena e a dieci dalla sua morte, avvenuta all’Aquila il 20 maggio 1444. Allorché la cittadinanza aquilana aveva ottenuto da Papa Eugenio IV il permesso di custodirne le spoglie.
I lavori iniziarono sotto la supervisione del suo discepolo, Giacomo della Marca, ma dovettero essere interrotti nel 1461 a causa di un terremoto.
La costruzione, ripresa nel 1464 e proseguita fino al 1472, portò alla realizzazione della cupola.
Questo consentì che vi potesse essere degnamente custodito il corpo del Santo, divenuto a quell’epoca il protettore della città.
Facciata di San Bernardino
In una seconda fase di lavori si realizzò la suggestiva facciata. Rimase però incompiuta addirittura fino ai primi del Cinquecento, quando morì Silvestro dell’Aquila (nel 1504), l’artista e architetto che aveva diretto fino a quel punto i lavori.
Nel 1506 Papa Giulio II aveva esplicitamente esortato gli aquilani a completare la chiesa al più presto e fu incaricato quindi l’architetto e pittore Nicola Filotesio. Più noto forse come Cola dell’Amatrice.
Egli seguì i lavori con grande passione, dal 1525 al 1527, riuscendo in così poco tempo a terminare la fascia più bassa della facciata, con i tre portali, come testimonia l’incisione sull’angolo sinistro del cornicione.
Completata poi definitivamente nel 1542, la facciata si sviluppa su tre fasce orizzontali, seguendo il disegno di Cola, ed è suddivisa in senso orizzontale da doppie colonne.
Si forma così un suggestivo disegno a nove quadrati su tre righe. I tre in basso contengono i portali, quelli delle due fasce alte sono occupati alternativamente da finestre tonde e dal simbolo di San Bernardino.
Il monogramma bernardiniano IHS.
La curiosa finestra centrale sopra al portale principale è invece un modifica fatta dopo il terremoto del 1703.
Interno
Anche l’interno fu devastato dal terremoto e per ricostruirlo vennero chiamati tre celebri architetti dell’epoca:
CiprianiContini Barigioni
allo stesso modo per le decorazioni furono convocati famosi artisti.
Il magnifico soffitto in legno, che lascia senza fiato il visitatore che alza d’improvviso lo sguardo, è opera di Ferdinando Mosca nel 1724.
E dipinto da Girolamo Cenatiempo, allievo di Luca Giordano, che si occupò anche degli affreschi nella cappella che ospita il Mausoleo di San Bernardino.
Madonna con Bambino in Terracotta opera di Silvestro dall’Aquila
Resurrezione, grande terracotta del Cinquecento opera di Andrea della Robbia
Negli altari delle cappelle laterali si alternano opere di pittura e scultura di grandi artisti aquilani.
Nella terza cappella a destra c’è la Madonna col Bambino in terracotta dipinta creata da Silvestro dell’Aquila, nella quarta si ammira la tela raffigurante l’Adorazione dei Magi del caposcuola Pompeo Cesura, grande pittore cinquecentesco ispirato a Raffaello.
Dello stesso autore è il Miracolo di Sant’Antonio nella quinta cappella a sinistra.
Dell’altro importante pittore aquilano, il seicentesco Giulio Cesare Bedeschini, sono la tela con l’Ecce Homo e i ritratti dei quattro protettori della città, ossia i Santi:
MassimoEquizioBernardino Celestino
Bedeschini fu capostipite di una vera e propria dinastia di artisti composta dal fratello Giovan Battista, dal figlio Francesco, incisore e architetto, e dal nipote Carlantonio.
La seconda cappella di destra ospita poi la Resurrezione, una grande terracotta del Cinquecento opera del famoso Andrea della Robbia.
Mausoleo di San Bernardino
La volta del “cappellone” affrescato da Cenatiempo
Mausoleo di San Bernardino
Ma il capolavoro della scultura rinascimentale aquilana, firmata dal suo più importante esponente Silvestro dell’Aquila, è senz’altro il monumentale Mausoleo di San Bernardino che trionfa nel cappellone affrescato da Cenatiempo.
Commissionato a Silvestro nel 1489 da Jacopo di Notar Nanni e completato dal nipote ed allievo Angelo, detto l’Ariscola, nel 1505.
L’altro splendido monumento creato dalla sapiente mano di Silvestro, sullo stile di capolavori fiorentini, è il Sepolcro di Maria Pereyra Camponeschi, commissionatogli dalla stessa nobildonna nel 1488.
Colpisce per la sua umanità l’espressione affettuosa della figlioletta Beatrice, che giace sotto la tomba della madre.
L’organo sopra l’ingresso
L’altare maggiore in stile barocco è opera dell’artista Donato Rocco di Cicco, da Pescocostanzo, nel 1773.
Davanti al mausoleo Camponeschi spicca una grande tela con una drammatica Crocifissione, realizzato sulla fine del Cinquecento da Aert Mijtens, pittore di origine fiamminga naturalizzato a Napoli.
Egli visse per un decennio all’Aquila, prima di trasferirsi a Roma, e vi lasciò altri due capolavori, ossia le tele:
Adorazione dei Magi Circoncisione
oggi esposte al Museo Nazionale del Castello.
Dell’originaria decorazione della chiesa, distrutta dalla furia del terremoto del 1703, sopravvivono solo alcuni affreschi di Paolo e Francesco da Montereale.
Galleria fotografica
Terremoto
La Basilica è stata gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009 ed è stata perfettamente restaurata nel giro di alcuni anni. Tutti i suoi tesori d’arte sono stati salvati o messi in sicurezza.
L’edificio e il suo patrimonio artistico sono attualmente visibili e fruibili.
Immagini del terremoto
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