Molte persone si chiedono se sia possibile lavorare meno ore senza una diminuzione dello stipendio: ecco come fare e dov’è già realtà.
In un mondo sempre più orientato al miglioramento del benessere e della qualità della vita, molti si pongono una domanda e cioè: è possibile lavorare meno giorni a settimana mantenendo lo stesso livello di reddito? A livello globale, ci sono esempi concreti di paesi dove si lavora meno ore ma si guadagna di più, grazie a una combinazione di alta produttività, innovazione e politiche del lavoro favorevoli.
Infatti, non tutti i paesi del mondo lavorano allo stesso modo, né guadagnano allo stesso modo. Ci sono significative differenze tra nazioni che spesso sfatano i nostri stereotipi. Contrariamente alla convinzione comune che lavorare di più significhi necessariamente guadagnare di più, i dati mostrano una realtà diversa: nei paesi più ricchi e sviluppati, la produttività è il vero fattore chiave, non il numero di ore lavorate.
Per fare un esempio, in Germania la media settimanale di ore lavorate è di 34,6, mentre in Italia si arriva a 36,2 ore settimanali. Questo significa che un lavoratore italiano lavora circa un’intera giornata in più al mese rispetto a un collega tedesco, ma guadagna di meno. Questo dato, per quanto sorprendente, è in linea con la tendenza globale nei paesi ad alta produttività. Quindi come si può fare per lavorare di meno senza che lo stipendio diminuisca?
Così lavori meno senza intaccare lo stipendio: l’esempio nordeuropeo
Osservando l’Europa, i paesi in cui si lavora meno ore a settimana includono l’Olanda (32,4 ore), l’Austria (33,7 ore) e la Norvegia (34,1 ore). Questi paesi, noti per i loro alti standard di vita e salari competitivi, dimostrano che è possibile ridurre il tempo dedicato al lavoro senza compromettere la qualità della vita. Fuori dall’Europa, ci sono esempi ancora più estremi. A Kiribati, una piccola nazione insulare del Pacifico, la media delle ore lavorate settimanalmente scende a 27,3.
Insomma, si nota una grande differenza con il nostro stesso paese, ma anche altri come la Turchia in cui si lavora per 42,9 ore a settimana o il Montenegro con 42,8 ore e la Serbia dove si lavorano in media 42,3 ore ogni settimana. Questa differenza significativa può essere attribuita a diversi fattori, tra cui il settore economico prevalente, le abitudini culturali e le politiche governative sul lavoro.
Ed è proprio per questo che sempre più aziende stanno sperimentando la settimana lavorativa di quattro giorni senza ridurre i salari. Questo modello, testato con successo in paesi come Islanda e Nuova Zelanda, ha dimostrato che è possibile mantenere la produttività alta anche riducendo le ore lavorate. Ciò infatti permette alle persone di passare molto più tempo con la famiglia o di rilassarsi e questo aumenta notevolmente la produttività.
Una soluzione, insomma, che si spera arrivi presto anche in Italia. In conclusione, possiamo dire che i dati mostrano che le nazioni più prospere non sono necessariamente quelle in cui si lavora di più, ma quelle in cui si lavora meglio. Guardando agli esempi di successo, è chiaro che il futuro del lavoro potrebbe essere più bilanciato, efficiente e soddisfacente.