Un luogo dove si respira un clima di mistero ancora, oggi, a distanza di centinaia di anni: alla scoperta dell’Eremo di San Bartolomeo.
Nella suggestiva cornice delle montagne abruzzesi, sorge l’Eremo di San Bartolomeo, un luogo intriso di spiritualità e storia millenaria. Questo affascinante eremo, situato nel cuore del Parco Nazionale della Majella, cattura l’attenzione dei visitatori con la sua aura di tranquillità e devozione. Cosa sapete di questo luogo magico?
Fondato nell’XI secolo, l’Eremo di San Bartolomeo rappresenta un prezioso gioiello storico. La sua costruzione si deve all’eremita Bartolomeo, che scelse questo luogo isolato per ritirarsi in preghiera e contemplazione. Nel corso dei secoli, l’eremo ha subito varie trasformazioni, diventando un importante centro di spiritualità e pellegrinaggio.
L’architettura dell’Eremo di San Bartolomeo è un mix affascinante di stili romanico e gotico, con muri di pietra che si fondono armoniosamente con l’ambiente circostante. La posizione strategica, su uno sperone roccioso, offre panorami mozzafiato delle valli circostanti e delle cime maestose della Majella. I visitatori possono godere di una passeggiata nei dintorni dell’eremo, immergendosi nella bellezza naturale che lo circonda.
Il misterioso eremo di San Bartolomeo
L’Eremo di San Bartolomeo è un importante luogo di pellegrinaggio, attirando fedeli da tutto il mondo. Ogni anno, durante festività religiose, si svolgono processioni e cerimonie che aggiungono un tocco di tradizione e devozione al luogo. I pellegrini spesso percorrono sentieri antichi per raggiungere l’eremo, vivendo un’esperienza spirituale unica lungo il percorso.
L’Eremo di San Bartolomeo può essere raggiunto anche da Valle Giumentina (Abbateggio) camminando tra andata e ritorno per un paio di ore, oppure da Macchie di Coco (Roccamorice) camminando in tutto un’ora. Giunti all’affaccio sul vallone comincia la ripida discesa che condurrà al romitorio dove Pietro da Morrone, futuro Celestino V, dimorò con alcuni seguaci per diversi anni. L’eremo è anteriore all’XI secolo e venne restaurato da Pietro dal Morrone, futuro papa Celestino V, intorno al 1250.
Un Papa che, dopo qualche tempo rinuncerà al proprio Pontificato. È il Papa del “gran rifiuto” tanto criticato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Controversi sono i pareri sulle dimissioni di Celestino V; ancora oggi infatti, gli storici sono in disaccordo sul valore da dare al gesto del pontefice.
L’Eremo di San Bartolomeo è oggetto di attenzione per la sua conservazione e sostenibilità. Le autorità locali e i gruppi di volontari si dedicano a preservare questo sito storico e a garantire che le generazioni future possano continuare a godere della sua bellezza e spiritualità.