Alla scoperta dello champagnino abruzzese, una bevanda perfetta per affrontare il caldo estivo, che sia sotto l’ombrellone o durante un aperitivo. Ecco cos’è.
Si respira già da qualche settimana, l’estate alle porte, tra il caldo che inizia a farsi sempre più presente e il sole che inizia a picchiare, ridando luce alle spiagge che, piano piano, riprendono a essere riempiti da turisti o abruzzesi che non vedono l’ora di stendersi sotto l’ombrellone, col venticello pomeridiano che soffia leggermente, mentre sorseggiano una buona bevanda che sappia comunicare loro che finalmente, l’estate è arrivata.
Ma quale bevanda vogliono bere gli abruzzesi sotto all’ombrellone? Beh, a chi preferisce qualcosa di più anonimo e inflazionato, si alterna chi, anche in estate, non vuole dimenticare le tradizione e tutto ciò che anche una semplice bevanda sa trasmettere. Ed ecco che in questo articolo, vi parliamo proprio di una di quelle bevande estive conosciute in tutto l’Abruzzo: lo champagnino. Ma cos’è di preciso?
Ecco cos’è
La storia della champagnino abruzzese, questa bevanda tanto amata nel periodo estivo, affonda le sue radici in tempi molto antichi. Come spesso avviene con le tradizioni abruzzesi, l’origine è sempre lontana nel tempo e, in questo caso, bisogna tornare addirittura all’epoca dell’Impero romano: quando non si voleva rinunciare al vino, considerata la bevanda conviviale per eccellenza, per evitare che si offuscassero le menti, lo si diluiva con l’acqua.
Un’abitudine che, secondo la storiografia moderna, era diffusa anche tra i greci e che conserva ancora oggi il suo significato. Perché si, lo champagnino non è altro che “vino annacquato”. Ma allora perché qualcosa di così apparentemente semplice, rimane ancora oggi la bevanda estiva preferita dagli abruzzesi, da sorseggiare durante un aperitivo o a cena da accompagnare a un buon piatto di pesce?
Si tratta di una ricetta molto semplice, che forse proprio per questo motivo, risulta estremamente gradevole da bere magari in riva al mare, per combattere il massacrante caldo estivo. Si tratta di un mix di soli due elementi: il vino e la gassosa. Si utilizza più vino che gassosa, rispettivamente tre parti contro una, finendo per risultare alcolico ma abbastanza leggero, così che anche chi non tollera troppo l’alcol, non avrà problemi a rinfrescarsi con un ottimo champagnino.
Lo champagnino è chiamato così perché, anticamente, era il surrogato di champagne dei poveri. I contadini abruzzesi infatti, lo producevano in casa, mischiando il vino di propria produzione con della gassosa, anche questa prodotta in casa tramite una miscela di acqua, zucchero e limone, conservata in bottiglie esposte al sole affinché fermentasse. Una volta pronta, bastava unirla al vino di casa e lo champagnino abruzzese prendeva vita.