La ballerina vincitrice di Amici 20 ha raccontato un retroscena inedito sugli inizi, prima ancora dell’incredibile ascesa verso il successo.
Sono passati già tre anni dalla ventesima edizione di Amici, per intenderci quella dove ha trionfato nella serata finale Giulia Stabile. È stata la prima ballerina nella storia del talent show ad aggiudicarsi il primo posto, un traguardo insperato e incredibile. In pochi avrebbero scommesso su di lei all’inizio, ha fatto ricredere un po’ tutti a suon di performance impeccabili. Oggi è una delle più talentuose in circolazione e le esperienze sul piccolo schermo sono fioccate.
Tutto è iniziato quasi per caso, come ha raccontato in un’intervista concessa ai microfoni della rivista Cosmopolitan: “Eravamo in un ristorante in cui vado spesso con i miei. C’era un ragazzo. Su una pista faceva balli di gruppo: mi rapisce, è magico e io non posso smettere di guardarlo. Sono andata verso di lui. Loro non mi hanno fermato, anzi”. Ma non sono mancate le difficoltà nel corso degli anni, né per lei né per i genitori.
Giulia Stabile si racconta a cuore aperto: “Mia madre temeva che…”
Il successo l’ha completamente travolta, nonostante si preparasse ormai da tempo al momento del trionfo. L’occasione l’ha colta alla svelta a maggio del 2021, quando si è resa protagonista di una cavalcata vittoriosa durante la ventesima edizione di Amici. Da lì in poi la sua vita ha preso una piega differente, era inevitabile, e ha dovuto fare i conti con la luce dei riflettori come mai prima di allora.
Si sono amplificati i pensieri riguardanti il proprio corpo, moltiplicati i paragoni con i canoni estetici che fanno parte del mondo della danza. Della perfezione ha però imparato a fare a meno: “Non esiste, perché mai inseguirla? A pensarci bene poi i difetti non sono proprio difetti. Le lentiggini sono cool, cool è il puntino che hai in fronte, anche la voglia così visibile sul naso, non correggere lo spazietto che ti apre i denti, è solo tuo, forse dovresti trattarlo come una rarità”.
Inizialmente però non è stato affatto facile: “Ero pelle e ossa e mi nascondevo in una felpa larga per non farlo vedere. Mia madre era preoccupata: ‘Se non mangi, punture’. Forse era vero. Poi ho imparato ad accudire il mio corpo, accarezzarlo: ne ho scoperto movimento, forza, cadute, riprese, ma soprattutto unicità”.