Benvenuti nella nostra guida turistica alla scoperta del monumenti di Penne.
Penne (Pe), chiesa dell’ Annunziata, facciata
Indice dei contenuti
Avendo racchiuso le chiese e i palazzi in due guide specifiche separate, non possiamo che iniziare dalle case storiche.
Facciata rinascimentale e ricco cortile interno in stile romanico.
Adiacente al Palazzo Leopardi si può notare un piccolo cortile in stile pienamente medievale, lo scorcio meglio conservato della città. Da qui partirono i moti rivoluzionari del 1837.
E’ percorso da un ricco loggiato caratterizzato da colonne sovrastate da capitelli di forma cubica. Ospita un frantoio di proprietà della Famiglia Farnese prima e degli Aliprandi poi.
E’ una delle porte d’ingresso più imponenti della città. Fu costruita nel 1780 dietro progetto di Di Sio. Viene ricordata come Porta San Nicola ma effettivamente è dedicata al patrono San Massimo. E’ stata restaurata nel 1870.
Ha un ampio ingresso ad arco a tutto sesto, bugnato, affiancato da ampie lesene con capitelli che sostengono il complesso frontone sinuoso che ospita la statua di S. Massimo. Questa è una copia in pietra dell’originale in argento realizzata dal Sanmartino. Un’epigrafe ricorda il passaggio del 1216 di S. Francesco.
Ne rimangono solo i ruderi in quanto fu abbattuta alla fine del XIX secolo.
In origine denominata “Porta dell’Arengo”, venne rinnovata dal Barone Aliprandi nel 1832 a causa della visita del re Ferdinando II di Borbone. È collegata con una delle torri urbiche della fase di XVI secolo. E’ tutta in laterizio percorsa da colonne binate, la sommità è aperta nel centro e ornata da sfere sui lati.
In realtà si chiamerebbe Porta da Capo ma prende l’attuale nome dalla presenza nella Diocesi dell’ordine dei Passionisti dal 1847. Di costruzione trecentesca fu rinnovata nel 1523 per ordine del procuratore della Camera Apostolica, Giovanni degli Asinelli che vi aggiunse un’antiporta.
Si presenta ad arco acuto all’interno e ad arco a tutto sesto nell’antiporta esterna. Nello spazio intermedio vi è una piccola corte che conserva elementi architettonici più antichi.
E’ una monumentale fontana costruita nel 1827 dal Dottorelli, architetto pennese. Venne edificata quando si scoprì che le sorgenti delle acque che affluiscono in quel serbatoio avevano proprietà salubri. La fontana è incassata al di sotto del livello del manto stradale e ha una forma circolare a muraglia in laterizio percorsa da paraste.
La parte più alta degrada verso il centro tramite due scalinate semicircolari che portano ad una corte centrale sulla quale si affaccia l’intera struttura. Al centro della parete, all’interno di riquadri sbalzati, si apre la fonte vera e propria che versa acqua da due fiori in pietra.
E’ ubicata nella parte più meridionale della città. Ha una forma quadrangolare ed è anch’essa incassata nel terreno. La facciata centrale, in laterizio, è caratterizzata da una vasca di forma semicircolare servita da due cannelle e due semplici fori semicircolari.
Il prospetto di destra invece è percorso da 4 vasche delle quali 3 conducono alla parte esterna tramite aperture voltate. Le facciate laterali sono collegate tra loro tramite contrafforti ad arco nella parte alta degli angoli.
Si trovo in prossimità del parco della città in una zona molto panoramica. Presenta una forma a ferro di cavallo che segue la morfologia digradante del terreno. Al centro cè una vasca che prende acqua da due cannelle affiancata da aperture di forma quadrata e vasche interne con passaggi voltati a botte.
E’ ubicata nei pressi del Duomo ed è attualmente completamente abbandonata. In origine si chiamava Fonte S. Giovanni. La memoria storica la vuole costruita nel 1686, data che era incisa sulla struttura e poi sparita durante un restauro.
L’aspetto visibile è relativo a un rifacimento del 1877 ricordato in un epigrafe conservata sulla struttura principale. Presenta una struttura lineare neoclassica in laterizio; la vasca principale, sporgente, è coronata a timpano e prende acqua da 3 mascheroni racchiusi in una fascia modanata percorsa da un fregio floreale in marmo. A lato una vasca interna voltata.
E’ ubicata a Nord/Ovest di Colle Castello ed è anch’essa in completo degrado. Ha una struttura a tre lati in semplice laterizio, le vasche sono voltate con strutture per lavatoi, mentre una delle vasche principali è stretta e lunga per il bestiame.
Tra i monumenti di Penne un posto speciale, per la loro ricchezza di opere d’arte, lo meritano senza dubbio i musei. E sono tanti, considerando le dimensioni della cittadina.
Si trova negli ambienti di servizio della Cattedrale. Fu costituito nel 1971 e aperto nel 1983. E’ organizzato su due piani: al piano terra il lapidario, con elementi architettonici e scultorei, mentre al piano superiore espone i reperti conservati in varie sale espositive.
Il Museo comprende anche la cripta della chiesa, luogo dove probabilmente si erigeva il tempio pagano di Vesta che diede origine alla cattedrale. Il Museo conserva reperti di tutti i tipi dall’epoca romana a quella medievale spaziando tra oreficeria sacra, quadri, dipinti e affreschi, scultura lignea, paramenti liturgici che rappresentano un gran vanto per la città di Penne.
E’ allestito all’interno del Palazzo Vecovile e contiene reperti che illustrano le vicende storiche del territorio abitato sin dalla preistoria. In particolare sono valorizzate le vicende del popolo vestino che elevò Penne (Pinna Vestinorum) a sua capitale nel periodo italico. Il Museo è costituito da 10 sale che ripercorrono la storia vestina dal Paleolitico al Medioevo utilizzando in particolar modo la collezione, ivi conservata, del Barone Leopardi.
Vi sono custoditi i reperti preistorici provenienti dai siti di Pluviano e campo delle Piane, delle necropoli italiche di Nocciano, Colle Fiorano, Montebello e Loreto Aprutino, con una ricostruzione fedele di una tomba di guerriero italico.
Per il periodo ellenistico degno di nota è il corredo della tomba a camera di Arci che conserva un pregevole letto in osso riccamente intagliato. Mentre per il periodo romano vi sono conservati numerosi reperti relativi al periodo in cui la città fu municipio.
Si associa a una Riserva Naturale comprensiva di museo naturalistico vero e proprio, un centro studi per la lontra del WWF, un orto botanico, vari percorsi didattici e un’area studio delle tartarughe di terra. Vi sono inoltre due sezioni riservate alla valorizzazione territoriale e lo studio del folklore e delle manifestazioni tradizionali.
Museo di recente istituzione è stato creato all’interno di Palazzo Castiglione. Si articola in tre sezioni, due intitolate a Remo Brindisi, artista contemporaneo, e una che conserva la collezione di Enrico Galluppi, pittore e intellettuale ottocentesco. Una parte del Museo è aperta e destinata a mostre temporanee.
E’ stato istituito nel corso degli anni Settanta dalle congreghe di Frati minori abruzzesi per custodire e diffondere la cultura e gli oggetti che testimoniano la vita delle missioni francescane in Abruzzo e nel mondo.
Vi sono conservati infatti oggetti che possono testimoniare come si svolgesse la vita nelle missioni: dagli arnesi dell’arte contadina legata al lavoro dei campi e di bottega, ai paramenti e l’arredo per la liturgia, alle ricostruzioni delle celle dei frati e delle cucine contadine.
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