Quando l’INPS può richiedere il denaro già versato per la NASPI, quali sono le circostanze in cui si verifica questa situazione inattesa.
La principale prestazione a favore dei lavoratori dipendenti che perdono l’occupazione è la NASPI (Nuova assicurazione sociale per l’impiego). L’evento che determina la perdita del lavoro deve essere indipendente dalla volontà del richiedente, con l’eccezione delle dimissioni per giusta causa.

Dunque i requisiti per la richiesta sono lo stato di disoccupazione involontaria, sono escluse perciò le dimissioni che non siano per giusta causa e la risoluzione consensuale del contratto, e le 13 settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Chi possiede questo profilo può presentare domanda all’INPS entro 68 giorni dalla perdita del lavoro.
L’INPS può richiedere il rimborso della NASPI
Coloro che beneficano della NASPI possono ricevere mensilmente l’indennità per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive degli ultimi 4 anni. La somma che si riceve corrisponde all’incirca al 75% della retribuzione degli ultimi 4 anni. Ma attenzione possono verificarsi della circostanze in cui l’Istituto di previdenza sociale può richiedere la restituzione delle somme erogate.
La ripresa del lavoro subordinato prima della conclusione del periodo di erogazione dell’indennità è la prima circostanza di restituzione delle somme ricevute. Il lavoratore infatti in questa situazione deve rimborsare l’importo ricevuto in proporzione al periodo lavorato durante l’erogazione. Altra circostanza la riconversione retroattiva del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato.

Il dipendente riceve, in questo caso, l’indennità in una fase nella quale non era formalmente occupato, ma con la riconversione retroattiva la sua condizione cambia, perché lo stato di disoccupazione, requisito necessario, viene meno. Quindi l’INPS potrebbe richiedere la restituzione delle somme già versate. Altra situazione che porta alla richiesta di restituzione si delinea con l’errore nella richiesta da parte del beneficiario.
Ad esempio in caso di omissioni nelle dichiarazioni rilasciate per l’ottenimento della NASPI, l’Istituto di previdenza sociale richiede il rimborso delle somme indebitamente ricevute. Stessa cosa se le dichiarazioni presentate in fase di richiesta risultano false, la NASPI va resa. Infine se un lavoratore dipendente riceve un risarcimento forfettario per la conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato, potrebbe arrivare la richiesta di restituzione dell’indennità.
Attenzione anche alle somme NASPI ricevute in anticipo per l’avvio di attività imprenditoriali o di lavoro autonomo, la restituzione dell’importo è possibile nelle occasioni in cui l’attività è interrotta per cause che non siano di forza maggiore non imputabili alla volontà del lavoratore.