La legge 104 viene accordata ad invalidi gravi e per questo consente ai familiari che se ne prendono cura di avere alcuni benefici.
Soggetti che hanno bisogno di assistenza, perché aventi disabilità gravi e patologie complesse. Quindi per i caregiver sono disposti 3 giorni lavorativi al mese di permesso retribuito, che si possono anche frazionare in ore, e 2 ore di permesso.
Con questo beneficio si parla di assistenza ad un familiare disabile ma di fatto non viene specificato dettagliatamente cosa si può o non si può fare, per questo motivo la legge nel tempo è intervenuta per chiarire alcuni aspetti poco limpidi che potevano dare seguito a zone d’ombra.
Legge 104: quali sono i benefici e cosa non si può fare
Una delle più recenti sentenze in questo senso è quella della Cassazione numero 6796/22 secondo cui si può sanzionare un dipendente che durante le ore di permesso svolga compiti personali. Questo però non vuol dire che la persona è costretta a non uscire di casa o essere vicino alla persona h24 in quelle ore specifiche. Se un dipendente esce per fare la spesa, passare in farmacia e svolgere compiti per l’ammalato e si fermi a bere un caffè non commette un illecito. Diverso è chiedere il permesso retribuito e partire per una vacanza. In quel caso si tratta di un abuso vero e proprio ma se si svolgono attività e si fa una pausa o di fa anche la spesa personale, in quel caso non accade nulla.
I soggetti che abusano della legge 104 e dei permessi che questa comporta possono rischiare una sanzione disciplinare. Tutto dipende anche dall’entità dall’abuso stesso quindi non c’è una regola generale, si va dalla sanzione al licenziamento. Il licenziamento non è così lontano per chi abusa della legge 104 anche perché viene meno un rapporto di fiducia costruito nel tempo. Il datore di lavoro agisce in buona fede accordando questo permesso ma laddove scopra che invece il dipendente lo utilizza per altro e non secondo quanto stabilito dalla legge, ha gli estremi per procedere legalmente.
La questione in generale è molto flessibile ma è anche utile, ai fini di un buon rapporto di lavoro, considerare anche di lavorare in sincronia con il proprio datore. Anche se spetta quindi è giusto accordarsi sui momenti migliori per poter sfruttare i permessi, in considerazione della propria posizione. Se da un lato infatti vi è la possibilità di applicarlo sempre, non sempre capitano emergenze e quindi se ci sono coincidenze continue in periodi a cavallo dei ponti o del fine settimana o in altre situazioni “sospette”, è ovvio che si va anche a compromettere il lavoro stesso.