Pagliaroli
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Pagliaroli

Pagliaroli

Resti di tempio italico-romano accannto alla chiesa di San Salvatore
Dati e curiosità
frazione di: Cortino (Te)
area: Monti della laga

Origine del nome
Il nome del paese, che deriva dal latino “palea” che vuol dire paglia o pagliaio, sta a significare le “pagliare”, ovvero delle abitazioni in cui si riparavano i pastori; documenti dimostrano che da tempi molto lontani sino all’inizio del Settecento il luogo si chiamava anche Acquaviva.
Introduzione
È una classica frazione di montagna sviluppatasi nel ottocento e in parte ancor più in epoca moderna, con qualche edificio (restaurato) del XVIII secolo. Una casa di quest’epoca conserva un bel portaletto decorato con teste d’angelo sui capitelli e sulla pietra chiave dell’arco e, all’interno, un grande camino in cui, sull’architrave, c’è un fregio con fiori. Il paese, a 977 metri sul livello del mare, dista da Teramo 21 chilometri e ospita circa 75 abitanti.
Storia

1134 
Gusberto o Guiberto di Suppone affida alla chiesa aprutina per mezzo dell’episcopo Guido II ogni suo avere presso “Acquaviva”.
1153 
Il Pontefice Anastasio IV, in Laterano, il 27 del mese di novembre, per volere di Guido II episcopo, stabilisce i limiti geografici della parrocchia aprutina, ribadisce quali fossero le funzioni giurisdizionali proprie del prelato inerenti lo spirito, riafferma la parrocchia di Santa Maria come centro vescovile e ne ribadisce le proprietà, unendo nella lista di queste anche la parrocchia di “San Salvatoris de Pagliarolo”.
1297 
I primi cittadini di Teramo e di Amatrice giungono ad un accordo circa i limiti dei propri ambiti giurisdizionali decidendo che Scalelle, che comprendeva anche Pagliaroli, sia sottoposta alla giurisdizione di Teramo (A.S.Te – Fondo Delfico; Perg. n. 19).
1324 
Il 20 del mese di gennaio, nella sede dell’episcopo di Teramo, Angelo, cappellano di San Salvatore di “Pagliarola”, deve pagare a titolo di decima 1 oncia, per essere reo di aver detto che il valore annuale delle parrocchie della sua cappella era superiore a 10 once d’argento (P. Sella, Rationes decimarum Italiae – Aprutium-Molisium).
1343
Il vescovo Arcioni di Teramo rende nota una decisione per comporre una disputa tra il rettore della parrocchia Berardo di Enzio e Vigilante di Pagliarolo di Fronto riguardante Santa Lucia di Fronto (Il Fondo Palma, pag. 51, N. XXLV).
1526 
Il documento censuale voluto dall’episcopo F. Cherigatto chiarisce che la cappella di Pagliaroli, formata da 14 parrocchie, come quella di San Giacomo in Magninano, devono pagare 44 soldi per le opere prestate e che il cappellano deve pagare 4 lire come sovvenzione.
1582 
Il 2 del mese di ottobre, l’episcopo G. Ricci aggrega le chiese di Pagliaroli e di Servillo.
1611 
Durante la visita del vescovo emerge che la parrocchia di San Giacomo di Magninano è priva di curato.
1619 
Nardo Tranzi e Valerio Berardini di Crognaleto, con l’approvazione e il favore del duca di Atri offrono in dono alcuni averi al monastero di San Francesco chiamato anche “della scarpa”, situato nell’ambito della parrocchia di San Salvatore di Crognaleto e rappresentato dal Reverendo Frate Bonaventura di villa Pagliarolo.
1681 
Un documento pubblico, redatto per tutelare la chiesa di Santa Maria Lauretana di Pagliaroli e fortemente voluto dal prete e rettore della stessa chiesa D. Jacobo di Marco, stabilisce un tributo alla quali erano obbligati certi residenti di Elce (A.S.Te., Not. Urbani G.S. di Teramo).
1682 
I briganti Domenico di Leonardo e Paolo di Gio. Leonardo, amici del capo Santo d’Ascanio di Joanella, sono originari di Pagliaroli (Bibliot. Casanatense Rm.: Colonna D., Reassunto de servizi…., Napoli 1682)
1684 
Il primo giorno del mese di maggio, Sante di Giovanni Lucidi o meglio conosciuto come Santuccio Froscia o Sciarretta, insieme a Titta Colranieri partono da Casagreca verso Valle Castellana, e transitano per Pagliaroli.
1761 
Il giorno 11 del mese di gennaio ha luogo una verifica in loco nella zona di Solagne per una “questione di canna” a causa di una controversia inerente la delimitazione dell’Ateneo di Pagliaroli e quello di Elce. Vi partecipano: Pietro di Carlo Sindaco di Pagliaroli i cugini D.Pietrangelo Marini (cappellano di San Giorgio) e D. Domenico Marini di Pagliaroli, il Luogotenente di Roseto Michele Cicconi di Crognaleto, il Castellano e il Balivo: risulta che avessero affermato di portare con se un’arma da fuoco il Castellano e Francesco di Gio.Vito di Casagreca “che se ne andava a caccia con il suo bracco”. I parenti D. Pietrangelo Marini parroco di San Giorgio e D. Domenico Marini affermarono “di darsene una lenzetta di terra all’Università di Elce per ben vivere e senza litigi”, ma il primo cittadino di Pagliaroli Pietro di Carlo e gli eletti “non si contentarono di dargliela per non arrecare pregiudizio alla propria università”.
1768 
Tributo verso la Cappella del Purgatorio costruita da D. Giacomo Verdecchia con i soldi ereditati dal curato D. Domenico Marini (A.S.Te., Not. Cagnacci F.N. di Teramo).
1797 
Gli introiti della parrocchia di Santa Maria Maddalena di Cesacastina sono affidate alla cappella di Pagliaroli.
1804 
A Pagliaroli vivono 93 persone.
1805 
Il 30 del mese di settembre, Nicola Cavanci decide di incontrare il primo cittadino di Pagliaroli Giacinto Palmarini.
1808 
Il primo cittadino di Pagliaroli Francesco Marini paga la somma di 30 ducati per l’approvvigionamento dei militari francesi.
1816 
Pagliaroli, che già apparteneva al Comprensorio di Montagna di Roseto del Ducato di Atri, è unita al comune di Cortino. Il 30 del mese di novembre, l’episcopo di Teramo riceve nuovamente la pensione della somma di 35 ducati sul monte frumentario per la chiesa di Pagliaroli.
1943 
Il 28 settembre Alfredo Marini, Luigi De Camillis e Giuseppe Catalli, originari di Elce, mentre tornavano nelle proprie abitazioni da Pagliaroli, nella zona in località Piane vicino la casa dei Bonaventura furono raggiunti dai proiettili sparati dai soldati tedeschi che pattugliavano quelle zone, Alfredo Marini e Luigi De Camillis morirono subito, invece Giuseppe Catalli riuscì a cavarsela perché fu ferito alla gamba.

Da vedere
Chiesa di San Salvatore


La chiesa di San Salvatore, a navata unica e tetto a capanna, è stata oggetto di restauri anche recenti, ma conserva in gran parte la muratura antica. La facciata ha un semplice portaletto ad “arco gotico” sul quale si apre una piccola finestra tonda detta “ad occhio”; sulla destra si appoggia alla facciata l’antica torre campanaria, mutila della parte superiore. Sul lato posteriore della chiesa vi è una piccola finestra monofora, originale ma murata. Sono invece frutto di restauro le tre finestre che si aprono sul fianco destro. Il confronto con la chiesa di San Giorgio, nell’omonima vicina frazione, che ha struttura e muratura simili, è il campanile sulla facciata, lascia pensare che anche la chiesa di Pagliaroli sia stata fondata nel XIV secolo. Anni fa alla chiesa era addossato (lato sinistro della facciata) un orribile moderno campanile in mattoni, che aveva sostituito quello originario in pietra, i cui resti sono ben visibili sulla destra della facciata. Fortunatamente negli anni ’90 è stato demolito.

Sul lato sinistro sono stati trovati i resti di un tempio italico-romano, scavato e reso visitabile grazie a una copertura in legno, dal quale provengono straordinari reperti in terracotta, oggi esposti al Museo Civico Archeologico di Teramo.

Foto di Pagliaroli
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