Celestino V, il Papa eremita
In relazione agli eremi d’Abruzzo è doveroso citare uno degli uomini religiosi più importanti di tutta la storia, soprattutto quella abruzzese, San Pietro Celestino, citato persino da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, anche se collocato in una posizione non propriamente felice che forse, come la storia chiarisce, non era affatto giusto assegnargli.
Ritratto di Celestino V
Probabilmente di origini nobili, Pietro Angeleri nacque nel 1215 e, nonostante la giovane età, nel 1234 divenne sacerdote a Roma, dopo aver trascorso alcuni anni nel monastero benedettino di Santa Maria in Faifoli.
Decise subito di vivere la propria fede in eremitaggio e si rifugiò sul monte Morrone, prendendo il nome di Fra Pietro del Morrone e diventando uno degli eremiti più celebri di tutti i tempi nel paesaggio religioso e spirituale della Majella e dell’intero Abruzzo.
Eremo di Santo Spirito a Majella
Tra le sue opere più importanti ricordiamo la costruzione di diversi monasteri ed eremi, e la fondazione di un ordine religioso. Alla fine del 1200, però, dovette lasciare la serenità del suo eremo, perché fu eletto a Capo della Chiesa Cattolica.
Si recò pertanto a L’Aquila e, col nome di Celestino V, fu eletto Papa nella basilica di Collemaggio. Ma la vita sfarzosa della corte del papa nel napoletano non era proprio fatta per lui, così abituato alla serenità dei monti, e il 13 Dicembre dello stesso anno prese l’importante decisione di abbandonare il suo ruolo di papa e ritornare a fare l’eremita presso le montagne del Morrone e della Majella.
Colui che fu eletto dopo di lui, Papa Bonifacio VIII, lo fece confinare nella rocca di Fumone, e proprio in quel luogo austero trovò la morte nel mese di maggio di due anni dopo.
La cella dove fu tenuto prigioniero Celestino V a Fumone
L’autore della Divina Commedia scelse di inserire la figura di Celestino V all’interno di un girone infernale poiché lo considerava come “colui che per viltade fece il gran rifiuto”. La chiesa Cattolica, però, non si trovò d’accordo con le affermazione del poeta fiorentino e nel 1313 lo fece diventare santo, e da quel momento è uno tra i più importanti di tutta la regione abruzzese, lodato con il nome di San Pietro Celestino.
Accensione della torre civica a L’Aquila per l’avvio della Perdonanza
La sua santa esistenza viene ogni anno ricordata durante il 29 Agosto, giorno in cui si festeggia la Perdonanza, cioè la remissione dinanzi a Dio della pena temporale dei peccati, istituita proprio da Celestino V. Alcune delle sue eredità più importanti e cariche di significato anche per conoscerne meglio le sue straordinarie virtù, sono senz’altro gli eremi che lui stesso ha fatto costruire nel paesaggio incontaminato della Majella e del Morrone.