Il “genio”pescarese Basilio Cascella “venerato”nella pinacoteca a lui dedicata
Il “guardare” nella vita dell’uomo è una prassi del tutto naturale, è un processo assolutamente istintivo, eppure molto spesso si rimane passivi dinanzi alle cose o alle immagini con le quali con naturalezza ci si trova a confronto quotidianamente, proprio perché diventano una parte immancabile della realtà in cui si vive, infatti sarebbe impossibile immaginare un mondo che non sia fatto di immagini; diverso invece è “osservare”, infatti quando si osserva, si entra nella realtà più intima delle cose, si cerca di penetrare le cose in modo tale da capirle fino in fondo e da renderle parte della propria esistenza. Nell’osservazione della realtà l’uomo si fa “accompagnare”dai propri sensi per dare anche libero sfogo alle personali curiosità e per rendere libera la propria anima che altrimenti permarrebbe vittima di una profonda oscurità caratterizzata dall’ignoto.
Sicuramente l’arte in questo gioco di emozioni e sollecitazioni ha un ruolo che potrebbe essere definito protagonista visto che , essa può comunicare in diversi modo le emozioni e renderle con le sue forme espressive quasi irriconoscibili proprio perché sono soggettive e quindi possono avere uno stesso coinvolgimento pur utilizzando delle assolutamente diverse: dunque è l’effetto ciò che può dar spazio ad uno stesso coinvolgimento.
Ed ecco che il colore rimanda ad emozioni provate, la forma fa riaffiorare nella mente dell’uomo i ricordi ed aiuta a non perdere informazioni, ma anche la musica per esempio sa far commuovere ed aiuta a riproporre momenti che vengono conservati nel cuore o la poesia riesce ad incantare. L’arte nelle sue varie forme va al di là della sua resa puramente estetica, storica o addirittura tecnica,anzi l’arte sa esternare emotività ma sa anche insegnare, o educare ed è l’unico modo davvero impareggiabile per poter comunicare agli altri non soltanto la propria personalità ma anche la propria forma espressiva; aiuta moltissimo quindi anche a farsi conoscere e ad offrire punti di vista.
Non si può parlare di una vera e propria capacità artistica , in quanto ogni artista a suo modo è “bravo”perché ognuno tenta di utilizzare i mezzi a suo disposizione per “parlare”nelle varie forme agli altri , ed ecco che tutti quelli che si esprimono seguendo i propri istinti fondamentalmente sono capaci di farlo perché comunque il loro scopo è descrivere e rendere visibili a tutti le proprie suggestioni che non devono essere necessariamente aspetti belli , ma possono essere anche dolori, turbamenti o un’angoscia che in particolare avvilisce l’artista in sé, dunque a suo modo ogni persona ha in sé un aspetto che potremmo definire “artistico” in virtù del fatto che ogni persona fa della propria vita un vero e proprio efficiente mezzo di comunicazione, nel bene o nel male.
E così che ancora una volta il fascino dell’Abruzzo si è fatto notare: la bellezza inesplorata di un mare che abbraccia il suo litorale pescare, l’incanto di un tramonto vissuto con la persona amata, lo splendore di un monte che partorisce il sole, i profumi dei boschi che incantano mentre già i ruscelli e le cascate con le loro musiche conquistano l’animo di chi passeggia nelle vicinanze..questo è l’Abruzzo del Basilio Cascella , artista poliedrico abruzzese tanto amato dai suoi conterranei ma forse anche poco compreso, appartenente a quella schiera di artisti sinceri, realisti, figurativi che hanno fatto della propria terra natia la propria ispirazione , lasciando però molto spesso anche dei dubbi, perché non è sempre facile fare i conti con un’opera così vasta e fornita di profondi significati come quella del Cascella.
Egli è nato proprio nella città di Pescara il 2 ottobre del 1860 ed è figlio di un sarto Francesco Paolo Cascella e la sua amatissima moglie ,Marianna Siciliano. Fu proprio ad Ortona che visse i primi anni della sua vita coinvolto già in giovanissima età, appunto, dal padre, nella sua attività sartoriale ,ma ben presto fece capire anche ai suoi famigliari quale fosse la sua vera vocazione :l’arte. Si spostò a Roma dove iniziò la sua carriera lavorando presso una tipografia e da qui si trasferì dopo pochi anni a Napoli dove ebbe modo di entrare in contatto con diversi artisti di fama abruzzese fra cui il celebratissimo Francesco Paolo Michetti. Fu tipografo, grafico, illustratore, ma la sua vera e propria passione fu sempre e comunque la pittura, tanto che la stessa passione fu tramandata anche ai suoi figli Tommaso, Michele e Gioacchino avuti dalla sua cara moglie, Concetta Palmerio, che continuarono l’opera del padre ed addirittura formarono una dinastia artistica familiare unica nel suo genere.
Inutile dire che Basilio Cascella, non riuscì a star lontano dalla sua Pescara fino alla fine dei suoi giorni, infatti vi tornò e nel 1895 ,continuando a sfruttare la sua enorme e vasta capacità costruì uno stabilimento litografico e di pittura che poi diventò una vera e propria scuola d’arte per i giovani , che ancor oggi è molto frequentata ed è in via Marconi dove sorge il Museo a lui dedicato con orgoglio dalla sua città. Tra i suoi più grandi e stimati collaboratori nella realizzazione della rivista “L’illustrazione abruzzese” ci fu Gabriele d’Annunzio che con i suoi versi è riuscito a dare spazio e corpo alle parole , si potrebbe quasi dire che il pittore che Cascella ha dato forma alle emozioni con i colori, mentre il poeta d’Annunzio ha affidato le sue parole al vento facendole risuonare come canzoni piacevoli che vengono canticchiate continuamente e non si riesce a toglierle dalla testa perché il ritornello è fermo nella memoria.
Molti furono gli esperimenti che Cascella portò avanti eppure, non si discostò mai dal tema principale : l’Abruzzo, e neanche il coinvolgimento di altri importantissimi artisti di fama internazionale riuscì a discostarlo da questa importante tematica della sua vita. L’attività più significativa ci fu con il trasferimento a Rapino , quando ebbe modo di vivere in strettissimo contatto con l’amatissima Majella spingendosi anche oltre in campo artistico, ed addirittura dedicandosi ad un’intensa attività di lavorazione della ceramica che gli portò anche molta fortuna, non a caso, le sue opere furono esposte in quella che fu la Mostra Internazionale di Arte Decorativa di Monza nel 1925, e successivamente nel 1927. Dunque in questo periodo si concentrò particolarmente sulla lavorazione della ceramica e della maiolica, ma ovviamente non mancarono anche esecuzioni di pannelli che comunque furono oggetto di numerose mostre su tutto il territorio nazionale. La bellezza dell’opera di Cascella fu proprio nel fatto che egli seppe fare della terra d’Abruzzo, semplice e forte,selvaggia e solenne, una terra mitica , dove il rito , gli usi ed i costumi pagani si sovrappongono a quelli cristiani , e dove la tradizione è un punto di forza da cui ripartire anche in caso di forte disperazione. Pertanto quanto è possibile notare nell’opera di Cascella è che colui che vive nella sua terra è un uomo forte, un uomo vittorioso, non è un caso se la sua resa artistica fu raggiante entro i confini della sua regione.
Le opere di Cascella sono “osservabili” nel Museo Civico a lui dedicato “Basilio Cascella”, in viale Marconi a Pescara, e si parla appunto di “osservare” e non di “guardare” proprio perché sono delle opere che se scrutate con cura riescono ad incanalare il visitatore in un mondo che lui stesso voleva far conoscere e soprattutto chi come lui è innamorato della sua terra d’Abruzzo riesce a cogliere perfettamente il senso della sua arte perché permarrà inevitabile proiettarsi in questa realtà vissuta ogni giorno ed amata quotidianamente anche.
Il Museo Civico a lui dedicato è ospitato nell’edificio che, sorto nel 1895,era anche la casa ed il laboratorio del maestro Basilio: qui infatti egli aveva impiantato lo Stabilimento cromo – litografico che divenne anche subito una vera e propria scuola di formazione per giovani ed artisti , oltre che un vero e proprio richiamo al panorama culturale di terra d’Abruzzo.
La struttura ospita più di cinquecento opere tra scultura , pittura , grafica e ceramica ma non solo dello stesso Basilio , ma anche dei suoi figli , che com’è stato detto seguirono la sua stessa orma e dei suoi nipoti , che non seppero resistere al fascino dell’arte. Il Museo è diviso in dodici sale sviluppate su due livelli nelle quali è possibile ripercorrere tutta la formazione artistica del maestro pescarese, oltre che del resto della sua famiglia che lo seguì,e le opere d’arte presenti all’interno della struttura la rendono vivace ed anche molto simpatico il percorso che il visitatore deve fare per assaporare le meraviglie d’Abruzzo.
Indubbiamente tra i lavori più impegnativi del pittore ci sono le famose cartoline sempre di soggetto abruzzese, le quali sono dei veri e propri capolavori divisi per soggetti ma molto belle soprattutto perché danno molta importanza al colore, alla luce vista nelle diverse ore del giorno , e la dimensione osservata è soprattutto quella della favola, si potrebbero citare per esempio il “Suono ed il Sonno” ed il “Bagno della Pastora”, quest’ultimo soprattutto richiama il mondo agreste tipico di questa regione. Non mancano cartoline che presentino paesaggi abruzzesi,castelli, ma sicuramente non sono meno celebrati gli usi ed i costumi tipici d’Abruzzo, i mestieri, le credenze ,ma anche i detti popolari che sono il “pane quotidiano”di questa terra; dunque le cartoline tanto amate da Basilio sono un vero e proprio “souvenir “oltre che un vero e proprio documento fondamentale di un’epoca.
L’ambito della decorazione procede con un’altra opera molto sentita che è annoverabile tra le opere in ceramica ed in particolare fu “La Sagra della Majella”, creata in onore del monumento sacrario di Bocca di Valle, molto impegnato fu soprattutto nelle decorazioni, per le quali dovette comunque mostrare lo stesso impegno, e la stessa responsabilità di artista di grande fama aveva dovuto impiegarla nella realizzazione dei pannelli delle Terme di Montecatini, nei grandi pannelli della Stazione di Milano , nelle classicheggianti opere musive dell’affascinante Messina.
Le storie, le immagini ma anche le leggende , riescono a mostrare come Basilio si sia accostato al mondo del’arte partendo da soggetti che potessero far parte di un mondo conosciuto non è un caso se molto spesso sulle tele del pittore ci sono impressi anche animali che com’è noto fanno parte del mondo giornaliero , ma non mancano anche rappresentazioni che si basino su elementi naturali quali fiori , pianti , quindi cura moltissimo anche il mondo vegetale che quando si parla di “Abruzzo a dirla tutta è impossibile non citare visto che è uno dei suoi elementi vitali.
Ma di sicuro Basilio ha cercato di personalizzare anche una realtà che va fuori dal comune, come per esempio quella mitologica che cura ampliamente soprattutto il mito rifacendosi a creature fantastiche ed attinte dal classico come i Satiri, le sirene, la Medusa, la cui resa è perfetta nelle forme e vivace in particolare soprattutto nella scelta del colore che probabilmente diventa il vero protagonista della sua realizzazione.
Il Museo, quindi, non è interessante solo per le opere di Basilio, ma anche per le opere dei figli: anche Tommaso si è distinto per esempio per la sua bravura ed opere di grande effetto sono soprattutto “Scena nuziale”, “La processione dell’acqua”, “Festa di famiglia” che riprendono le stesse tematiche e gli stessi aspetti che aveva curato il padre; di non minore importanza è il pannello – monumento che vuole essere un ricordo amaro delle sofferenze da lui vissute durante la seconda guerra mondiale da Ortona. Michele invece è stato meno drammatico del fratello , dunque tra le sue opere osservabili nel museo ci sono soprattutto prestazioni che si rifanno a prati fioriti, corone di fiori, giochi di luci e di colori , paesaggi chiari, estivi , e borghi osservabili da lontano perché colpiti dalla luce del sole. Gioacchino invece, l’ultimo figlio di Basilio , lascia osservare al visitatore soprattutto opere in ceramica, infatti fu proprio lui a dare grande spazio a questa attività collaborando con il padre in seguito al trasferimento a Rapino, dopo un primo esperimento in campo pittorico preferì metter da parte la pittura .
All’interno del Museo sono presenti anche opere di Andrea e Pietro, i due nipoti di Basilio che sono diventati artisti di fama internazionale , infatti le loro opere sono presenti anche all’estero, ed in particolare Pietro , al quale la città di Pescara ha dato l’addio poco meno di due anni fa, è famoso soprattutto per le sue fantastiche opere in pietra, far cui la bellissima e nota “Nave di Cascella” che “naviga”ancora indisturbata tra le pseudo acque della piazza centrale della città di Pescara.
Gallerie fotografiche
Museo Cascella a Pescara