Pescina, paese e madre di un grande personaggio celebrato e studiato nel museo a lui dedicato: Ignazio Silone.
“In quell’istante sentii inondarmi di una gioia immensa, sconosciuta. Era una specie di estasi. Ogni senso di incertezza o di paura mi abbandonò. Sai dirmi che accade all’anima in quei momenti? D’un tratto il mondo intero ha un altro aspetto. Se avessi visto dei cavalli volare, ciò non mi avrebbe minimamente sorpreso. […] È sempre così l’amore? Mio Dio, mio Dio, non riconoscevo più la creazione. Sentivo il cielo nel cuore. Era come se dalla testa mi sprizzassero centinaia di stelle. La felicità era penetrata nel mio essere e vi aveva suscitato una luce che ignoravo. Tutta la terra girava attorno a noi due come una trottola”.
(da “Il segreto di Luca”di Ignazio Silone)
Le parole sopra riportate sono quelle di Ignazio Silone, pseudonimo di Ignazio Tranquilli , uno dei più grandi scrittori d’Abruzzo; la particolarità di questo scrittore sta proprio nelle sue origini che donano un fascino indiscusso alla sua opera e che l’hanno costantemente influenzata, infatti egli innamorato della sua regione, non ha mai permesso che potesse passare in secondo piano.
Silone nacque il 1 maggio del 1900 a Pescina dei Marsi, paese dalla bellezza leggendaria collocato nelle zone della Marsica, in provincia dell’Aquila, città tristemente ricordata nella storia per i numerosi terremoti che l’hanno colpita nel corso dei secoli purtroppo, ma che non l’hanno mai abbattuta definitivamente , infatti l’Aquila ancora oggi è sempre pronta a ripartire da zero. Fu proprio un drammatico terremoto nel 1915 a distruggere la famiglia del nostro amato scrittore : in quell’occasione egli perse i suoi cinque fratelli ed il padre; questa dolorosa vicenda gli cambiò totalmente la vita , iniziò a guardarsi intorno ed a capire anche l’importanza della politica, motivo per cui da questo momento interrompe gli studi liceali già avviati ed inizia ad occupare un posto attivo nel rivoluzionario movimento operaio, visto che in questo modo poteva dare sfogo anche ai suoi ideali di equità ed uguaglianza.
Certo è che non sempre per lui la politica è stata vero motivo d’orgoglio, in molti casi infatti ha ricevuto diverse delusioni delle quali ha parlato anche liberamente all’interno delle sue innumerevoli opere che rappresentano un inno alla sua terra, una vera e propria celebrazione della sua origine; ma in un determinato momento della sua vita queste delusioni sono talmente forti che decide addirittura di abbandonare la politica. Silone non morì in Abruzzo, bensì a Ginevra nel 1978, ma sarebbe stato un torto troppo grande non permettergli di riposare nella sua amata Pescina, come lui stesso voleva, infatti la sua tomba è collocata ai piedi del campanile di San Berardo, e non passa giorno in cui la sua Pescina non gli porga saluti.
La bellezza di Pescina , a dire il vero, incanta chiunque, anche chi si trova a passare per caso nel paese: le sue origini sono antichissime, gli archeologi sono pronti a giurare che essa affondi le sue radici nella remota preistoria, ma di sicuro ha vissuto tenacemente tutti i vari passaggi che la storia ha mostrato nei secoli, non mancano testimonianze romane ad esempio, ma non sono in minor numero anche quelle Borboniche; certamente ingenti sono stati anche i cambiamenti che il paese ha vissuto sotto un punto di vista climatico ed ambientale, basti pensare che esso si trova a nord del lago del Fucino, famoso per essere stato prosciugato. Oltre all’imponente e forte montagna che la circonda in un abbraccio ideale, Pescina offre ai visitatori che durante l’anno sono davvero numerosi sia nella stagione fredda , che nella stagione calda, una vasta gamma di siti ed opere antiche che affollano soprattutto il centro storico, il quale è di carattere medioevale e costituito da un complesso ecclesiastico ed il Teatro di San Francesco che una volta era un monastero, utilizzato poi come carcere, dopo il terremoto fu indispensabile utilizzarla come abitazione civile, ed oggi addirittura ospita la celeberrima Sala Conferenze che ha l’onore di accogliere il Premio Internazionale “Ignazio Silone”, infatti il paese vive costantemente nel ricordo del suo più grande celebratore.
Il Museo Silone può essere considerato come un vero è proprio veicolo : esso vuole , infatti, assicurarsi che tutti possano capire la grandezza intellettuale dello scrittore, possano apprezzarla ed ovviamente anche imparare da lui, in quanto ha avuto il merito di aver spiegato e rese manifeste molte situazioni. Non è un caso se viene commemorato non soltanto come scrittore ma anche come politico e come grande intellettuale e non è strano sicuramente che sia un autore molto studiato anche nelle scuole ed anche molto presente nei programmi di studio da impartire ai giovani. Il Museo di Silone è nato grazie alla donazione di una persona molto importante per questo progetto, ma non solo, anche nella vita di Silone ed è Darina Laracy, la vedova dell’artista che proprio nel 1 maggio del 2000 donò al comune non soltanto oggetti personali e cimeli che appartenevano al defunto marito, ma anche la sua vastissima biblioteca, i suoi mobili, la sua scrivania, i riconoscimenti letterari a lui consegnati per la sua opera, dunque tutto quanto ricorda la sua “professione”; chiunque infatti voglia attualmente può osservarli all’interno del Museo.
Il Museo è stato inaugurato recentemente, nel 2006, dunque è giovane, ed è stato fortemente desiderato non soltanto dal Comune di Pescina , ma anche dal Centro Studi Ignazio Silone di Pescina che per realizzarlo hanno collaborato con la sezione di Avezzano dell’Archivio di Stato dell’Aquila. Ciò che ha stupito di tutta questa “eredità” è sicuramente l’abbondante documentazione d’archivio appartenente allo scrittore che ha permesso, grazie ad un’analisi molto attenta degli studiosi, di farne una ricostruzione cronologica che interessasse le sue opere ed i suoi elaborati.
“Scrivere ha significato per me assoluta necessità di testimoniare”: questo egli recitava in “Uscita di Sicurezza” a proposito della scrittura; è facile capire il perché per lui le sue opere fossero di grande importanza, visto che erano proprio le sue opere a rappresentare un legame diretto anche con i posteri, ed era proprio la scrittura secondo lui a non gettare alcuna cosa nel dimenticatoio. Dunque la scrittura è vita , non permette che situazioni vissute possano spegnersi.
Il Museo dedicato a questo grande letterato è soprattutto il luogo per una conoscenza diretta del personaggio, infatti anche chi ha solo sentito parlare di lui all’interno di questa struttura può facilmente conoscerlo , proprio perché al suo interno ci sono i momenti più importanti e significativi della sua vita, momenti che tra l’altro lo caratterizzano costantemente. Anch’esso è ospitato all’interno dell’ex convento in onore di San Francesco, come accade per il Teatro appunto, e vuole rivolgersi direttamente all’ “uomo” parlando dell’ “uomo”, evidenziandone la grandezza, elogiandone le capacità, mostrandone anche le debolezze, infatti questo Museo non un luogo di venerazione o preghiera di questo personaggio,ma semplicemente un luogo in cui coltivare la conoscenza ed in cui capire : in particolar modo questo è possibile perché Ignazio Silone ha rappresentato una chiave di lettura storica è riuscito a dare spazio ad ideali per i quali oggi si combatte ancora in alcuni casi con difficoltà, ma sicuramente tenacemente come in passato. Ecco perché il Museo, organizzato in questo modo si rivolge specialmente ai giovani: vuole quasi esortare a non demordere, ad affrontare la vita con lo stesso coraggio con cui lo stesso Silone l’aveva affrontata tant’è che le stanze sembrano quasi prender vita e parlare , entrandovi dentro si ha quasi la sensazione di sentir parlare in modo confidenziale lo scrittore e di conoscerne la voce .
Sono queste le parole tratte da “Vino e Pane”che l’anima di Silone , negli ambienti a lui dedicati, sembra voler gridare al visitatore:
“L’uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo animo incorrotto è libero.
L’uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero.
Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l’assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi”.
Questa appare proprio come una denuncia nei confronti di ciò che non può andare in una società, si presenta come una esortazione ad andare avanti sotto il segno della giustizia.
Il percorso biografico di Silone è supportato anche da una ricca serie di immagini, foto, premi, ma anche lettere che lui non di rado scambiava, e che sono simboli di vita , di contatto con il mondo , il quale mondo non è mai stato perso di vista da questo magico letterato; a testimonianza di questo ultimo aspetto ci sono anche le riviste che lui stesso aveva fondato e che lo aiutavano ad essere sincero con un popolo che si aspettava di conoscere nel bene o nel male la verità, perché potesse percorrere sempre la giusta strada o perché invece potesse svoltare ed intraprendere una strada migliore, sempre con le proprie gambe.
Annessi a questo Museo “biografico” ci sono appunto l’Archivio, che com’è stato sottolineato in precedenza ha aiutato soprattutto studiosi ad approfondire una completa ricostruzione storica , in particolar modo perché il personaggio, essendo legato all’editoria, è stato anche indispensabile per un’accorta ricostruzione degli avvenimenti del periodo che circonda le due guerre mondiali, e dunque la Biblioteca personale dello scrittore , consultabile attraverso una richiesta che dovrebbe essere inoltrata al Presidente del Centro Studi Ignazio Silone,ma non manca anche un’apposita sala video dov’è possibile godere di interviste, registrazioni, filmati, che sono stati conservati accuratamente e dove il protagonista è ovviamente Silone.
Il Centro Studi Ignazio Silone si trova anch’esso nell’ex convento dei Minori Conventuali di Pescina, la cui struttura dovette fare i conti con i diversi problemi creati da terremoti e guerre, ma la caratteristica conformazione originale è ancora molto ben evidente, come anche l’utilizzo di alcuni materiali caratteristici che anche nella ricostruzione hanno cercato di riproporre, come nel caso del cortile rivestito di ciottoli che ancora una volta fa pensare all’antica struttura che ospitava i frati; di sicuro nella ricostruzione si è cercato di guardare soprattutto alle moderne esigenze, dunque l’antico fascino è andato in parte perso, ma questa scomparsa è del tutto giustificata.
Ma chi è dunque davvero Silone?Silone potrebbe essere definito come lo scrittore della libertà, lo scrittore degli umili, quello scrittore che è riuscito ad entrare nelle dimore e nel cuore delle persone proprio per il suo linguaggio semplici e per i suoi argomenti vicini al popolo. Silone è “vox populi”, non a caso è riuscito a dare voce in capitolo anche al più semplice delle degli uomini e sarebbe significativo ricordarlo con un simbolico aforisma che ha fatto riflettere molti :«Mi da fastidio stare con gente che dice di attendere la vita nuova con la stessa noia con cui si attende il tram.»
Infatti è proprio questo il punto: perché non dare spessore all’esistenza? in fondo la nostra vita è parte integrante della storia.