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Pietranico (Pe). Oratorio di Santa Maria della croce

Oratorio di Santa Maria della Croce
Sulle colline della campagna pescarese che preannunciano le alte vette della vicina catena del Gran Sasso c’è un piccolo borgo che si chiama Pietranico, arroccato su un alto colle dominato dai resti di quello che in epoca medievale fu un castello. L’origine del nome del paese proviene con tutta probabilità dal latino Petra iniqua, ovvero “pietra ineguale”, nel senso cioè di luogo accidentato, come sono in effetti le rupi e le valli di questa zona. A poca distanza dal centro abitato, a ridosso di una scarpata che lo rende poco visibile dalla strada, si trova uno dei tesori del barocco abruzzese: l’Oratorio di Santa Maria della Croce.
Esterno
Non è un caso che questa chiesa, purtroppo poco conosciuta nonostante la sua importanza artistica e il suo fascino, sorga a pochi Km dal ben più noto Oratorio di Santa Maria delle Grazie di Alanno, vero capolavoro del barocco di questa regione. La sua costruzione in questa zona isolata, probabilmente ultimata nel 1618, è legata al miracolo della Madonna che qui apparve ad un contadino, come ricordato in un’iscrizione dipinta all’interno sopra la porta di ingresso. La chiesa esternamente ha un aspetto austero, con una severa facciata di pietra liscia la cui unica fantasia è data dalle pareti delle cappelle laterali che arretrano un poco rispetto a quella centrale. Molto semplici anche il portale e la finestra quadrata che si apre al di sopra. Internamente ha una sola navata, divisa in due parti da un arco, e due piccole cappelle laterali che si aprono a destra e sinistra dell’ingresso.
Interno e barocco
Così come il suo analogo di Alanno, quel che rende straordinario l’Oratorio è la vistosa decorazione a stucchi e i dipinti delle pareti, realizzati tutti nel corso del Seicento.
Di particolare importanza è la cappella dedicata alla Madonna della Croce, nella quale si racconta, attraverso una vera e propria storia, la vita della Madonna. La volta della cappella presenta una decorazione fatta di ovali ricavati all’interno delle decorazioni di stucco a rilievo e raffiguranti i Quattro Evangelisti. Di essi è nota la data, il 1630, e il nome del doratore, tale Angelino di Beffi che firma in modo assai singolare, da destra verso sinistra.

Soffitto
Il racconto delle scene sulle pareti, che non sono affreschi bensì pitture realizzate con una tecnica ad olio, si snoda negli episodi della Natività della Vergine, l’Annunciazione, il Matrimonio della Madonna, la Visitazione. Questo ciclo è datato 1628 e firmato dal pittore aquilano Tommaso Bernardino, come svelano le scritte dipinte sotto le figure di due Profeti, forse Isaia e Michea, dove si legge sulla destra la data, anno domini 1628, e sulla sinistra la firma, thome bernardini aquilani opus. Di questo poco conosciuto artista abruzzese sono state rintracciate opere a Loreto Aprutino (un’Immacolata Concezione) e nella lontana Carobbio, in provincia di Bergamo (un Matrimonio mistico di santa Caterina).
Completano il suo lavoro qui a Pietranico varie figure di santi: Egidio, Ambrogio, Gregorio Magno, Girolamo, Agostino e Rocco. Anche il non esperto si accorgerà di come questo artista vanti un buon livello di esecuzione, ed in particolare una certa esuberanza nel colore, sebbene non riesca ad andare oltre la narrazione dal gusto popolare.
L’altra cappella è dedicata all’Annunciazione ed è decorata da pitture anch’esse prodotte con la tecnica ad olio su muro. La data è quella del 1656 e l’autore è noto anche qui attraverso la sua firma, quella di un ancor più oscuro artista, tale Antonello proveniente da Castelli ma probabilmente naturalizzato a Tocco Casauria (la firma è infatti Antonellus de Castellis Tochanus), il quale dovette eseguire anche la doratura degli stucchi. Autore sicuramente più modesto di Tommaso Bernardino, riceve il compito di proseguire il ciclo precedente con le Storie di Maria e dell’infanzia di Gesù, tra cui spicca l’Adorazione dei Magi. Sull’altare della cappella c’è poi una bella tela dell’Annunciazione, opera anonima di metà Seicento e copia dell’analogo soggetto di Guido Reni, oggi esposto alla Pinacoteca di Ascoli Piceno.

Cappella di sinistra
Gli stucchi richiamano alla mente quelli della cripta della cattedrale di San Giustino a Chieti, completati nel 1663 da Donato Ferada e distrutti negli anni ’70, dei quali resta solo un’ampia documentazione fotografica. Ferada era un grande maestro di questa tecnica e messe a confronto con le sue stuccature, queste di Pietranico davvero non reggono il paragone. Più abile è invece lo scultore che realizza le statue di San Pietro e San Paolo ai lati della tela con la Crocifissione. Nel paliotto sottostante si coglie una curiosità: la rappresentazione abbastanza rara di Cristo Bambino dormiente accanto alla Croce, raffigurazione del repertorio della Controriforma. Di buona qualità è infine la grande tela della Crocifissione sull’altare maggiore, anch’essa a imitazione di Guido Reni. Molto bella e raffinata la ricca balaustra in legno intagliato che chiude la cappella dell’Annunciazione.
Galleria fotografica
Vedi tutte le immagini dell’Oratorio di Santa Maria della Croce a Pietranico
Nei dintorni
Da Pietranico l’ideale prosecuzione della visita porta nella vicina Alanno, per ammirare il più celebre Oratorio di Santa Maria delle Grazie. Da qui si può proseguire verso Cugnoli, dove nel cuore del centro storico si trova la chiesa di Santo Stefano con un prezioso ambone medievale, oppure per Nocciano, con il suo poderoso castello posto a guardia del centro storico e restaurato di recente.

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