Gli abruzzesi sono famosi per la loro saggezza popolare e sono molti i proverbi abruzzesi degni di essere ricordati e… spiegati!
Sono moltissimi i proverbi abruzzesi che potremmo elencare qui di seguito, ma visto il poco spazio abbiamo scelto solo alcuni dei detti popolati tipici e più conosciuti in tutto l’Abruzzo. Questi motti fanno riflettere perché sono pieni di significati.
Effettivamente gli antichi, in Abruzzo come nelle altre regioni d’Italia, hanno sempre usato delle frasi, anche brevi, degli aforismi o delle metafore, per cercare di spiegare sia le cose che succedevano sia le emozioni che sono comuni a tutti gli esseri umani. Ma con una sensibilità prettamente abruzzese.
I proverbi abruzzesi da conoscere
“Attacche l’asene dova vò lu patrene“. Cioè lega l’asino dove vuole il padrone. Il significato è abbastanza facile da intuire: è inutile parlare e dimostrare di avere ragione se chi comanda è di tutt’altro avviso e vuole che si faccia qualcosa che non si condivide.
“Avoje a ciufulià se ll’asine nin vvò’ ‘bbeve“. Cioè hai voglia di fischiare se l’asino non vuole bere. Il significato è che è inutile invogliare o provare a convincere chi non ha nessuna voglia di fare qualcosa. Quello che invece bisogna fare è visitare questi luoghi in Abruzzo almeno una volta nella vita.
“Dope li cumbitte hésce li defitte“. Cioè dopo i confetti escono i difetti. Si intuisce che il riferimento è al matrimonio (che si festeggiano con i tipici confetti di Sulmona), per cui i coniugi dopo una iniziale euforia sono destinati a conoscere l’uno i difetti dell’altro, con la convivenza quotidiana.
“Bbesògna fatijà pe’ no’ mmorì màje e bbesògna penza ca se mòre cràje“. Cioè bisogna lavorare come se non si dovesse morire mai e bisogna pensare come se si dovesse morire domani.
“Sparagn e cumbarisc“. Cioè risparmia e fai bella figura. A volte saper scegliere bene fa non solo risparmiare ma anche ottenere un successo più alto delle proprie aspettative.
“Chije se vregugnò diijunò“. Cioè chi si vergognò restò a digiuno. Il significato è che le persone troppo corrette, che magari non peccano mai di sfacciataggine rischiano di restare senza cibo, cioè di vedere i propri diritti calpestati.
“S’ì sementat spì, che vì girenn scazz?“. Cioè se hai seminato spine, perché vai girando scalzo? Il significato è chi la fa l’aspetti.
“Chije spare ‘nne attacche, spare ‘nne ascioije“. Cioè chi non lega spare, nemmeno le scioglie. Il significato in questo caso non è letterale. Ci si riferisce a spare, che era un pezzo di stoffa usato dalle donne sul capo per poggiare il recipiente di acqua presa alla fontana.
Tale pezzo di stoffa veniva usato pure per trasportare facilmente oggetti o cibo come una moderna sportina della spesa. Quindi per legare spare si intende fare un regalo, portare doni, per cui chi non lega spare nemmeno le scioglie, cioè non riceve doni in cambio. Una variante di tale proverbio è “Chije bbèn attacche, bbèn asciòije” cioè chi ben lega ben slega, chi fa regali belli ne riceve altrettanti.