Il 2024 è cominciato nel peggiore dei modi per gli arbitri italiani ma il Giudice Sportivo ha deciso di adottare la mano pesante
Sotto assedio e non da oggi. Così vivono simbolicamente, ma non solo, gli arbitri italiani a tutti i livelli. Perché finite le feste di Natale e cominciato l’anno nuovo sono anche ricominciate le polemiche. Ma quello che è successo nelle ultime ore, con la pesante squalifica per un pugno in faccia, va anche oltre le parole.
Sul banco degli imputati non ci sono soltanto le decisioni prese a caldo, ma soprattutto l’utilizzo del VAR con diversi episodi dubbi. In realtà per il designatore della Can di Serie A e B, Gianluca Rocchi, sono stati soltanto otto gli episodi incriminato nel girone d’andata. Tre hanno vista coinvolta la Juventus, più come squadra penalizzata, e due l’Inter ma come favorita, a partire dalla gomitata di Bastoni a Duda contro il Verona.
Secondo presidenti, allenatori e tifosi in realtà molti di più e anche il giro di ritorno è cominciato all’insegna delle proteste. Una su tutte, quella di Danilo Iervolino (numero uno della Salernitana) dopo la sconfitta nel derby campano contro il Napoli.
La linea di Rocchi però è chiara. Gli arbitri non ci stanno più a fare da capro espiatorio per i cattivi risultati di squadre che si attaccano alle decisioni e alle immagini invece di pensare solo al campo. Ha chiesto maggiore rispetto da parte di tutti, ma anche un giro di vite a chi deve stabilire le punizioni per i trasgressori.
“Non accettiamo mai più offese da tesserati. Chiedo un comportamento diverso – ha spiegato Rocchi commentando il girone d’andata – e alla giustizia sportiva di essere più dura. Con le buone o con le cattive, gli arbitri devono farsi rispettare. Non lo sopportiamo più.
In realtà è un problema legato al calcio a tutti i livelli, anche nelle partite dilettantistiche. E il 2024 è cominciato nel peggiore dei modi, come dimostra quanto successo in un girone della Promozione in Sicilia.
La partita incriminata è Misterbianco-Città di Avola, vinta dagli ospiti 1-0. Al termine della gara, giocata sabato 13 gennaio, un dirigente della società di casa si è avvicinato all’arbitro. Appena è arrivato a contatto con il direttore di gara gli ha assestato “un violento pugno al volto procurando una lesione al labbro inferiore con fuoriuscita di sangue”. Tutto riportato nel referto che ha portato alle decisioni del giudice sportivo.
Per il dirigente, 5 anni di inibizione a svolgere ogni attività, con la squalifica che scadrà il 12 gennaio 2029. Ma c’è un particolare ancora più inquietante: l’arbitro coinvolto suo malgrado, David Bartolotta, era già stato protagonista di un fatto analogo. A marzo 2023 fu colpito con calci e pugni al termine del match Villarosa-Pro Falcone, dopo che il gol del pari ospite era arrivato al 7′ di recupero.
Cinque anni comunque non sono una novità assoluta negli ultimi mesi in Promozione. A novembre la stessa squalifica era stata comminata a Niccolò Falcioni della Juventus Domo in Piemonte. La sua colpa? Aver colpito con una gomitata al viso un avversario che esultava per un gol segnato dalla propria squadra, la Dufour Varallo. Una punizione arrivata dopo che il fatto era stato documentato da diverse riprese effettuate con i cellulari dagli spalti.
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