Gli abruzzesi dormono poco e male, secondo una recente analisi. A cosa può essere dovuta la perdita di sonno e cosa può comportare nel caso venga reiterata?
Chiunque scelga di visitare l’Abruzzo, lo fa anche per via dell’aria che si sembra respirare, un’aria di relax e divertimento con tantissime attività e intrattenimenti per ogni genere di persona. Se per i turisti, l’Abruzzo viene visto dunque come una meta tranquilla, gli abruzzesi, forse inconsciamente, la pensano in maniera un po’ diversa. A riprova di ciò, sono stati pubblicati dei dati sulla qualità del sonno nelle varie regioni d’Italia.
Ad analizzare e pubblicare questi dati, l’Osservatorio Unobravo, il portale online dedicato alla salute mentale. Dai dati dunque, emerge come in Italia i problemi d’insonnia non siano certo cosa rara dato che colpiscono oltre il 62% degli italiani. Non solo insonnia certo, dato che sono tanti i disturbi legati al sonno. In Abruzzo però, la situazione appare più problematica che nel resto d’Italia.
I dati in Abruzzo
Secondo quanto riportato dall’analisi di Unobravo, in Abruzzo si concentra la maggior percentuale di coloro che affermano di subire almeno una delle principali conseguenze di un sonno disturbato: ben il 65,8% della popolazione. Lo studio si concentra tanto sulle conseguenze psicologiche e fisiche che una scarsa qualità del sonno potrebbero avere su soggetti che reiterano tali comportamenti, come l’accusare stanchezza e mancanza d’energia durante il giorno.
Come viene ricordato, il sonno è un bisogno primario da non sottovalutare. Riposare almeno 7-8 ore a notte è necessario, per permettere al corpo di rigenerarsi ed evitare situazioni sgradevoli. L’Abruzzo è però la regione con la peggior qualità del sonno, registrando conseguenze come spossatezza durante l’intera giornata (40,2%), continui risvegli notturni o precoci (26,5%), calo delle capacità cognitive (19,8%) e aumento dell’irritabilità e dell’impulsività (14,7%).
Un sonno corretto invece, può aiutare a regolare il metabolismo, eliminare le tossine dal tessuto neurale aiutando il cervello, portare a un miglioramento dal punto di vista intellettivo e dell’apprendimento, ridurre ansia e stress sempre più diffusi anche tra i giovanissimi. In Abruzzo però, secondo Unobravo, a essere maggiormente colpite da questo fenomeno sono le donne (64,6%) e più della metà dei casi riguarda persone con età compresa tra i 30 e i 44 anni. Circa un terzo dei casi invece, affligge gli under 30.
Come evidenzia la dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo:”è fondamentale non sottovalutare i sintomi e rivolgersi a un medico, per individuare eventuali patologie mediche sottostanti, o a uno psicologo online o in presenza”. Il risultato a cui si dovrà tendere sarà l’eliminazione di quei fattori che compromettono il nostro riposo e che potrebbero sfociare in patologie più gravi come disturbi ansiosi o depressivi.