Alla fine è successo è anche in Abruzzo è arrivata la Ostreopsis ovata, l’alga tossica che desta più di un preoccupazione per i bagnanti.
Con l’arrivo di agosto, in tanti iniziano a vedere l’estate che, inesorabile, si avvicina alla fine mentre tanti altri attendono con trepidazione settembre, per godere di un po’ di tempo in spiaggia, lontani dal fastidio della vita di tutti i giorni. Quest’anno però, i bagnanti potrebbero trovarsi in difficoltà a causa di un imprevisto che, sfortunatamente, ha colpito anche l’Abruzzo. Un’alga tossica, a cui bisogna fare attenzione.
Ostreopsis ovata, questo il nome dell’alga che sta mettendo in allerta i bagnanti di mezza Italia e che sta portando all’apposizione di divieti di balneazione lungo gran parte delle coste italiane. Dopo lo scampato pericolo mucillagine, in tanti vedono svanire la possibilità di un caldo bagno nelle acque dell’Adriatico. Esistono ovviamente dei metodi per riconoscerla ed evitarla.
Come evitarla
L’alga tossica Ostreopsis ovata era stata avvistata, solo poche settimane fa, al largo dei mari della Puglia, in un momento in cui l’Abruzzo stava ancora capendo cosa fare con la mucillagine prima di rendersi conto della sua non pericolosità per l’uomo. Adesso però, l’alga tossica ha raggiunto le coste di diverse zone d’Italia, dalla Sicilia alla Liguria, senza ovviamente bypassare l’Abruzzo.
Si tratta di un’alga che può dare diversi problemi a chi si ritrova ad averci a che fare. Esistono ovviamente dei metodi per riconoscerne la presenza: quando l’alga fiorisce sott’acqua, ciò che succede alla superficie dell’acqua è di assumere una colorazione anomala. Vi può essere la presenza di chiazze di schiuma bianca o marrone oltre che materiali di consistenza gelatinosa che galleggiano.
L’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente ha segnalato la presenza dell’alga tossica, in quantità elevate e potenzialmente dannose, in due tratti di mare in particolare: il litorale di Ortona e di San Vito Chietino. Ortona è sicuramente la zona che sta soffrendo maggiormente della presenza dell’alga, con valori estremamente elevati emersi dalle analisi delle acque. Nella zona di San Vito, i valori sono decisamente più contenuti anche se la fase d’allerta è scattata, per scongiurare ogni problema.
A favorire la diffusione di queste alghe tossiche, che crescono su strati rocciosi, potrebbero essere state determinati situazioni climatiche che, unitamente al periodo della fioritura, avrebbe portato alla formazione del cosiddetto aerosol marino, con la diffusione dei fumi dell’alga verso i bagnanti che potrebbero, per questa ragione, iniziare a sviluppare disturbi come influenza o irritazione similmente a come accade con un’allergia.