Benvenuti in questa guida che vi porta alla scoperta della chiesa di Santa Maria Assunta di Bominaco, una delle meraviglie d’arte dell’Abruzzo aquilano.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Interno, navata centrale.
Santa Maria Assunta di Bominaco
Percorrendo la strada statale 17 che collega L’Aquila a Navelli, dopo aver deviato al Km 30 per Bominaco (frazione di Caporciano), in alto a destra, si scorge una torre circolare chiusa da un recinto di forma trapezoidale (sec. XIII).
L’opera difensiva che vediamo è il castello di Bominacom che vigila silenzioso sull’antico complesso abbaziale del borgo.
Esso è costituito dall’oratorio di San Pellegrino e dalla chiesa di Santa Maria Assunta di Bominaco, mentre quasi nulla rimane dell’antico monastero.
L’origine del nome Bominaco nasce dall’antico toponimo Mommonacum (dei monaci) con cui i documenti medievali indicavano il sito nel territorio farfense dove il conte Odorisio avrebbe fondato, nell’anno 1001, il monastero di S. Maria e S. Pellegrino in seguito donato alla diocesi di Valva (1093).
A partire da questa data, le fonti storiche registrano l’inizio di una lunghissima controversia giuridica nata fra la diocesi di Farfa e quella di Valva al fine di annettere alla propria giurisdizione il cenobio bominacense.
La storia
La storica lite annovera non pochi episodi “curiosi” ad esempio nel 1168 i monaci benedettini elessero come loro abate, Giovanni.
E papa Alessandro III appoggiò la scelta ma quando il vescovo di Corfinio lo informò della politica filovalvense dei suoi predecessori il pontefice sconfessò il gesto con una nuova bolla.
Ma, con o senza conferma papale, il preposto Giovanni rimaneva per i monaci l’unica guida del cenobio.
E la sua immagine, in piedi, con un grosso bastone pastorale venne scolpita di fianco alla cattedra abbaziale, che ancora oggi vediamo nella chiesa di S. Maria Assunta a Bominaco.
Dopo Alessandro III tutti i suoi successori si impegnarono nella salvaguardia dei diritti del vescovado sul cenobio di Bominaco.
Ma nel 1223 papa Onorio III dovette intervenire più volte prima che i monaci si sottoponessero al potere valvense, rappresentato in quegli anni da Oddone la cui elezione risaliva al 1207.
Infatti, nonostante una prima bolla pontificia in cui i cenobiti avevano dichiarato di sottomettersi al Vescovo, quando questi si recò a Bominaco per la santa visita gli venne negata l’accoglienza!
Va però ricordato che la ragione della secolare disputa va ricercata nella volontà dei vescovi di riscuotere i ricchi tributi del monastero.
Le sue attività economiche, legate al controllo della viabilità tratturale, erano rilevanti. Permisero infatti la realizzazione del monumentale edificio di culto dedicato alla Vergine e del vicino oratorio di S. Pellegrino.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Facciata.
Visitare Santa Maria Assunta di Bominaco
Il visitatore rimarrà colpito dalla pulizia estetica della facciata di Santa Maria Assunta di Bominaco.
La sua linearità è interrotta solo dalla finestra monofora a tutto sesto contornata da quattro leoni e dal portale scolpito con un motivo di palmette a pannocchia che, nell’architrave, fiancheggiano un piccolo leone centrale.
Un altro ingresso si apre su ciascuno dei due lati della chiesa, ma solo quello di sinistra risulta decorato da un motivo a grandi fiori a doppio giro di petali.
Si tratta di un’uscita che serviva ai monaci per raggiungere l’ingresso secondario dell’oratorio di S. Pellegrino.
All’interno, l’ampia aula rettangolare è divisa in tre navate da due file di imponenti colonne il cui differente diametro tradisce un riuso classico.
Di uguale fattura sono invece i capitelli con decorazione a fogliame plastico che sorreggono le alte archeggiature frutto di un restauro effettuato negli anni ’38-’40 al fine di riportare la chiesa di aspetto barocco, alle originarie forme romaniche.
Nella semplicità dello schema compositivo il pregio artistico delle opere scultoree commissionate dai monaci affascina lo sguardo del visitatore.
Sul lato sinistro della navata centrale, a ridosso della quarta colonna, si erge la prima delle meraviglie artistiche che incontriamo nella nostra visita a Santa Maria Assunta di Bominaco.
Uno splendido ambone databile all’anno 1180.
L’ambone
La pregevole opera è sorretta da quattro colonne di cui solo una è a fusto scanalato a spirale mentre le altre tre sono lisce.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Ambone.
Di un’unica mano e stile sono invece i soprastanti capitelli scolpiti in stile romanico corinzio che presentano al centro dell’abaco:
foglia isolataaquilatoro alato testa di leone
L’architrave dell’ambone è invece scolpito con un motivo a tralci vegetali con al centro raffigurazioni di animali e scene di vita quotidiana.
Di particolare forza espressiva la scena scolpita sull’architrave lungo il lato che volge verso l’altare centrale, si tratta di un branco di lupi che sgozza un agnello, chiara immagine della lotta fra il bene ed il male.
Tutto il fregio è chiuso in alto da un’iscrizione che ricorda l’abate Giovanni committente dell’opera dedicata alla Vergine ed eseguita durante il pontificato di papa Alessandro III.
Di semplice resa è invece la parte superiore dell’ambone i cui nudi pannelli di pietra vennero divisi da un pilastrino in due scomparti rettangolari che recano ognuno al centro un fiore finemente cesellato nello stile che ispirò il pulpito di Corfinio.
Di forma semicircolare è invece il lettorino che si apre sul lato che dà verso la navata centrale, chiuso in alto da una decorazione a foglie d’acanto stilizzate che corre lungo tutto il bordo del davanzale.
Ciborio
Nella zona presbiteriale la purezza delle linee dell’altare, con la sola decorazione in altorilievo dell’agnello crucifero, è esaltata dal ciborio, che lo sovrasta.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Ciborio e cero pasquale
Fu ricostruito interamente negli anni ’40 grazie al rinvenimento in situ dell’architrave sinistro, di due delle colonne che lo sorreggono e delle colonnine che si vedono ai piani superiori del baldacchino.
Le iscrizioni che corrono lungo il bordo della mensa eucaristica e nel primo ordine del ciborio ricordano la data di consacrazione dell’altare ad opera dell’abbate Berardo nell’anno 1223.
Candelabro
L’armoniosa
composizione del catino absidale si completa infine con il pregevole
candelabro a duplice fusto ritorto sorretto da un leoncino stiloforo,
databile al XIII secolo.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Cero pasquale
Il
morbido modellato della colonna tortile è chiuso in alto da un bel
capitello, la cui mancata resa chiaroscurale è meravigliosamente
compensata dall’armonioso fogliame plastico che si sviluppa su più
ordini.
Il cero venne collocato di fianco all’altare durante i restauri degli anni 1930 – 40.
Si devono agli stessi lavori la ricostruzione della sedia abbaziale (1184) rinvenuta in frammenti nei pressi della cripta e ricollocata nella posizione originale lungo la parete del catino absidale, di fronte all’altare.
Affreschi
Nell’abside centrale, alcuni affreschi raffiguranti
San PietroSan Paolo una santa
rompono il candido biancore della pietra.
Bominaco (frazione di Caporciano, Aq). Chiesa di Santa Maria Assunta. Pitture a parete.
Fra il 1300 ed il 1500 la chiesa di S. Maria venne infatti affrescata con una serie di immagini sacre. Di esse oggi si conservano solo quelle della
navata sinistra (santi ed una scena con S. Benedetto, la Vergine ed in ginocchio l’abate Giovanni)controfacciata abside di sinistra (S. Benedetto, S. Mauro, S. Placido e forse l’abate Teodino).
Sono
tutti affreschi rinvenuti sotto gli stucchi barocchi eliminati
durante i restauri di ”ricostruzione” della fase romanica e
rivelano un aspetto policromo dell’edificio liturgico del tutto
diverso dal biancore della pietra che colpisce oggi il visitatore.
Affreschi, opere scultoree finemente cesellate nella pietra e custodite per secoli nella chiesa di S. Maria celebrano la lode della Vergine.
L’eco delle preghiere dei monaci sembra impresso nell’epigrafe “Virgo celestiale” scolpita sulla cornice di una finestrella absidale.
Il
minuzioso intaglio della pietra contorna le finestre a feritoia che
danno luce al catino absidale e i bei motivi a forma di tralci
vegetali sono le ultime immagini per il visitatore che lascia
l’abbazia.
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