Servillo
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Servillo

Servillo

Dati e curiosità

frazione di: Cortino (Te)
area: Monti della Laga

Origine del nome
Nell’area di Le Piane sono stati trovati dei cocci di vasellame romano ed è possibile che il nome del comune sia in qualche modo riconducibile al termine latino Servilius e poiché a breve distanza si trova l’abitazione di un feudatario, è legittimo ipotizzare che siamo di fronte a un Servile, “di abitazioni cioè addette a servi (nella accezione del periodo del Cristianesimo), casati, massarj, ammassati ascritti cioè alla massa, al manso, o vero semplicemente tributarj se soltanto obbligati a censo o servigio” (N. Palma). Anticamente i cittadini erano chiamati con l’appellativo spagnul, cioè spagnoli.
Introduzione
L’abitato, collocato a 946 metri sul livello del mare, conta 11 abitanti per un totale di 7 famiglie,dista 23 chilometri da Teramo e solo 2 da Pagliaroli. Si trova sopra grandi speroni rocciosi che gli conferiscono un aspetto arcaico.

Storia 

1297
I primi cittadini di Teramo e Amatrice determinano le aree sottoposte alle proprie giurisdizioni e stabiliscono che “Scalelle”, che inglobava Servillo, sia sottoposta alla giurisdizione di Teramo (A.S.Te – Fondo Delfico; Perg. n. 19). 
1494
Viene data una collocazione temporale al simbolo della casata dei Petrucci a Servillo.
1526
Sulla base del documento censuale voluto dall’episcopo F. Cherigatto la parrocchia di Santa Maria Di “Serbillo”, che fa parte della chiesa di Pagliaroli, è tenuta a pagare 18 lucchesi e tributi in natura.
1582
Il 2 ottobre per volontà dell’episcopo G. Ricci le chiese di Pagliaroli e Servillo vengono congiunte.
1682
Sulla base delle ultime volontà di Gio. Battista Rozzi di Servillo pare che fosse già stata costruita la parrocchia grazie al consanguineo D. Giuseppe e che fosse già stato innalzato il beneficio di San Bonaventura all’interno della parrocchia di Santa Maria di Servillo, che era già provvista di curato ed era posta sotto la protezione dei suoi parenti.
1715
L’Ateneo di Servillo, in base a quanto stabilito nell’adunanza pubblica alla quale avevano partecipato gli abitanti della villa, a causa della scarsità di risorse economiche disponibili, incarica D. Filippo Marini di Pagliaroli della ristrutturazione del macinatoio di proprietà del comune, che da parecchio tempo era diroccato. Avevano preso parte alla pubblica adunanza Matteo di Gio. Domenico Sindaco Gioseppe di Gioseppe Berardino di Gio. Antonio Giacomo di Domenico Marco Braccisco Gregorio Rozzo Crescenzo Rozzo Francesco di Pietro Paolo Domenico di Giuseppe Santo di Bartolomeo Gio. Vito di Antonio Ascenzio di Gio. Domenico Carl’Antonio di Nicola Gioseppe di Carlo Francesco di Gioseppe Giacomo di Gio. Domenico Cancelliere (A.S.Te., Not. G. Marcacci di Montorio).
1747
Il defunto Gio. Battista Rozzi, che aveva dato vita al beneficio di San Bonaventura costruito presso la parrocchia di Servillo, aveva nominato propri esecutori testamentari i propri discendenti Giacom’Antonio e Bartolomeo Rozzi, ma i due non riescono a rispettare le volontà testamentarie del predecessore e conferiscono al prete D. Francesco Marini di Pagliaroli e ai parroci che avrebbero preso il suo posto, il diritto di patronato e il diritto di presentare il chierico che era considerato adatto per possedere il beneficio: questi diritti fino a quel momento erano stati esercitati proprio dei successori di Gio. Battista Rozzi. Inoltre i due eredi attribuirono ai parroci anche molte proprietà situate a Collevecchio con l’incarico di dire messa 50 volte in un anno (A.S.Te., Not. Urbani D.P.A. di Teramo).
1753
Il 13 agosto il vescovo Panfilo Mazara si reca a Servillo e comunica con una nota ufficiale che i residenti della zona “per il bene sia dell’anima che del corpo” sono pregati di preservare il Santissimo Sacramento presso la chiesa attraverso somme di denaro che ne avrebbero garantito la gestione nel tempo.
1757
Con un documento pubblico redatto dal notaio Dionisio P.A. Urbani di Teramo, dopo un’adunanza pubblica dei 15 principali esponenti dei casati di Servillo e in ottemperanza al decreto di Mons. Panfilo Mazara del 1753, viene fondata una chiesa alla quale viene attribuito un beneficio rappresentato da un appezzamento di terra che era di proprietà del comune di Servillo, misurava all’incirca 400 tomolate, era situato in contrada Scalelle e aveva i seguenti confini: “a capo le canne di Agnova e di Cajano, da piedi le vene che riferisce nella vena Camponi, da un lato la canna di Elce e dall’altro la canna di Comignano, dal cui terreno se ne ricavano annui carlini 30, in più salme 10 di grano valutate carlini 8 al tomolo e salme 15 di genicchia seu orzolo valutate a carlini 18 la salma, quale grano e genicchia sono della cappella del SS.mo Rosario, di più l’assegnano la Carità che si ritrae dal Mulino di 6/7 ducati l’anno”.
1799
Il 16 ottobre il prete di Servillo firma insieme ad altri preti della chiesa aprutina un documento finalizzato alla scomunica di don Donato De Donatis di Fioli.
1804
A Servillo abitano 89 persone. 
1806 circa
Il primo cittadino di Servillo Giovanni Carlo Di Pasquale paga una somma di denaro per l’approvvigionamento delle truppe francesi.
1816
Il comune di Servillo, che già apparteneva al comprensorio della Montagna di Roseto del ducato di Atri, è inglobata al comune di Cortino. Il 30 del mese di novembre l’episcopo di Teramo riceve nuovamente la pensione della somma di 40 ducati sul monte frumentario per la chiesa di Servillo, a cui era annesso in quel periodo il beneficio di San Giacomo della parrocchia principale di Torano. 

Da vedere
Oggi quasi del tutto disabitato, conserva però interessanti caratteri di antichità. Le case, alcune dirute, sono costruite in pietra e si datano fin dal XVI secolo. Le architetture di questo periodo più antico, per altro molto semplici, si distinguono per via delle massicce architravi di porte e finestre, rette da semplici mensole decorate con rosette scolpite. In una casa più recente è stata riutilizzata una grande architrave di pietra del 1494, che mostra un curioso stemma nobiliare, retto da un leone e da un’orsa, a sua volta sorretta da un uomo ignudo. Purtroppo l’iscrizione sulla destra è monca e ormai illeggibile. Molto probabilmente l’orsa sta a simboleggiare la casata degli Orsini e consentirebbe di ricondurre tali simboli ai Petrucci. Identica simbologia si trova anche in un motivo decorativo triangolare collocato nell’atrio della parrocchia di Sant’Antonio Abate a Tossicia. In quel periodo Tossicia era dominata da Antonello Petrucci che nel 1479 fece sposare la propria figliola Dianora con Pardo Orsini. Nello stemma di Servillo appaiono anche le figure del leone sollevato sulle due zampe anteriori e quella dell’individuo nudo, che nella zone di Poggio Umbricchio simboleggiano la casata di Poggio Ramonte che alla fine del XV secolo dominava su questa area della Valle del Vomano. E’ molto probabile che questa simbologia sia stata apposta sull’architrave della struttura per segnalare che la proprietà di questa abitazione si doveva ricondurre ad un erede dei Petrucci che aveva delle parentele con altre due casate nobiliari, quella degli Orsini e quella dei Poggio Ramonte. Questa ricostruzione non è però confermata dalle fonti.

Chiesa di Santa Maria de Sirbillo o della Santissima Annunziata

La chiesa di Servillo, indicata come “Sancta Maria de Sirbillo” nel censuale del 1526, è oggi dedicata alla Santissima Annunziata, è ha forma molto semplice: un vano unico con tetto a capanna, piccolo campanile a vela e parte della muratura oggetto di un restauro moderno. Nella parte inferiore delle mura si vede ancora la struttura originale del XV secolo, fatta di blocchi di pietra locale tenuti assieme con poca malta. Sulla facciata, sopra l’ingresso, c’è una finestra ad una sola apertura, detta quindi “monofora”.
Foto di Servillo
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Eventi
24 settembre
La festa del santo patrono viene festeggiata il 24 settembre.

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